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In attesa che si chiariscano le nuove fonti di finanziamento del bypass ferroviario di Trento dopo l’uscita dell’opera dal Pnrr, il gruppo Ferrovie dello Stato, a cui fa capo Rfi committente della circonvallazione, e Il Consorzio Tridentum, incaricato dei lavori, devono indebitarsi e anticipare risorse finanziarie. Qualche giorno fa il consiglio di amministrazione di Ferrovie dello Stato, presieduto da Nicoletta Giadrossi, ha deliberato nuove operazioni di finanziamento a medio-lungo termine, in particolare bond cioè emissioni obbligazionarie quotate, per un importo complessivo di 682,1 milioni di euro. Le risorse raccolte sono destinate a finanziare gli investimenti del Gruppo Fs, di cui fa parte la nuova ferrovia di Trento. Il Consorzio Tridentum, presieduto da Rocco La Capra e composto da Webuild Italia, l’ex Salini Impregilo, al 51%, la controllata Seli Overseas al 4%, Ghella al 35% e la trentina Collini Lavori al 10%, chiude il primo anno di attività con 389 milioni di debiti. Di essi, 280 milioni sono i due acconti di Rfi sui 934,6 milioni di valore dell’appalto, acconti che sono stati anticipati da Cassa Depositi e Prestiti, Unicredit e Bnl. Il Consorzio ha prestato le relative garanzie, per un valore un po’ superiore, 303 milioni. Il resto dei debiti sono nei confronti dei soci consorziati, dei fornitori e di altri istituti. Come si spiega nel bilancio 2023 di Webuild appena pubblicato, il Consorzio ha ottenuto da Cdp una linea di credito di firma – cioè per fideiussioni – di 124,9 milioni, che deve dichiarare come operazione con parte correlata perché Cassa Depositi e Prestiti, tramite Cdp Equity, ha il 16,47% di Webuild. In sostanza le aziende impegnate nel bypass sono esposte verso Cdp e il sistema bancario per più di 300 milioni.
Inquinanti in aree di cantiere
Nella relazione al bilancio 2023 del Consorzio si riepiloga lo stato dei lavori. Nel corso del 2023, si spiega, è stata completata la deviazione della linea storica Trento-Malè, è stata consegnata a Rfi la progettazione esecutiva e sono iniziati i lavori delle opere propedeutiche di parate A, ovvero bonifiche belliche, demolizioni e le attività preliminari per l’imbocco della galleria nord nel tratto dell’ex Scalo Filzi e l’imbocco della galleria sud nell’area di Acquaviva. Si è provveduto inoltre a effettuare gli ordini delle frese. Nel corso di queste attività, è emersa la necessità di procedere a indagini ambientali integrative nella parte a nord che è a sud del Sito di interesse nazionale (Sin) ex Sloi e Carbochimica. La campagna di indagini, sottolinea il Consorzio, ha escluso la presenza di inquinanti nella gran parte dello Scalo Filzi, «ma ha evidenziato la presenza di inquinanti nelle aree più prossime al Sin». Di conseguenza è stato avviato un confronto con Appa, Comune e Provincia per definire «le più opportune metodologie organizzative per evitare la dispersione degli inquinanti in atmosfera e nel sottosuolo».
Oggi la protesta no-bypass
Appuntamento alle 15 oggi in piazza General Cantore per la manifestazione di protesta contro la circonvallazione ferroviaria, organizzata da tutti i comitati, dai No Tav alla Rete dei Cittadini, ai comitati locali, tra cui il neonato Cristo Re Attiva e il costituendo Comitato dei Solteri. Il corteo passerà per corso Alpini, cavalcavia di Nassiryia, via Brennero per concludersi a piazza Dante. «Sarà un corteo rumoroso e simpatico, con i balli della Murga – spiega Elio Bonfanti dei No Tav – In piazza Dante ci saranno alcuni interventi e poi il concerto della Banda balcanica». La protesta chiede di «fermare i cantieri e utilizzare i soldi per la bonifica integrale delle aree inquinate. Rfi – sostiene Bonfanti – ha cercato di accelerare ma il tentativo è fallito perché a nord è venuto fuori il forte inquinamento che la barriera idraulica ha solo in parte limitato». Tra i segnali che gli inquinanti sono fuori del Sin, la rilevazione di piombo dietile e trietile nell’area Sequenza, che ufficialmente è fuori dal Sito da bonificare. «I 12 ettari ex Sloi e Carbochimica sono tuttora sequestrati dalla Procura – sottolinea Bonfanti – proseguire i lavori mette in pericolo la città».

 

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