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L’attenzione ai temi ambientali, sociali e di governance ha condotto a una rapida diffusione della finanza cosiddetta “sostenibile”, un ecosistema in cui gli operatori tengono conto di tali considerazioni nelle decisioni di investimento. Vediamo di cosa si tratta con Marcello Cerro, Consulente finanziario certificato €fpa European Financial Advisor, con 26 anni di esperienza.

Ultimamente si parla tanto di green e di sviluppo sostenibile: cosa sono i fattori ESG e quando un investimento può definirsi sostenibile?

«I fattori ESG (Environmental, Social, and Governance) costituiscono i criteri utilizzati per valutare l’impatto e la sostenibilità di un investimento in tre aree fondamentali: Ambientale: si riferisce all’impatto delle attività aziendali sull’ambiente. Comprende la gestione delle risorse naturali, la riduzione delle emissioni di carbonio, l’efficienza energetica, la gestione dei rifiuti e la protezione della biodiversità. Sociale: si concentra sulle relazioni dell’azienda con le persone e le comunità. Copre temi come le condizioni di lavoro, i diritti umani, la diversità e l’inclusione, le relazioni con i dipendenti e le comunità locali, e la salute e la sicurezza. Governance: riguarda la struttura di gestione e amministrazione dell’azienda. Include aspetti come l’etica aziendale, la trasparenza, la composizione del consiglio di amministrazione, la remunerazione dei dirigenti, i diritti degli azionisti e le pratiche anticorruzione. Un investimento può essere considerato sostenibile quando integra i fattori ESG nel processo decisionale. Oltre ai criteri finanziari tradizionali, gli investitori valutano come un’azienda gestisce i rischi e le opportunità legati agli aspetti ambientali, sociali e di governance. Per essere veramente sostenibile, un investimento dovrebbe: valutare e monitorare i fattori ESG: l’azienda dovrebbe adottare pratiche che riducono l’impatto ambientale negativo, promuovono il benessere sociale e garantiscono una governance solida; le aziende dovrebbero essere aperte riguardo alle loro pratiche ESG e pubblicare regolarmente rapporti dettagliati; l’impresa dovrebbe dimostrare un impegno costante a migliorare le proprie prestazioni ESG, ripsettando inoltre tutte le leggi e i regolamenti applicabili e aderire a standard etici elevati. Insomma un investimento sostenibile contribuisce positivamente alla società e all’ambiente, generando al contempo rendimenti finanziari a lungo termine».

Come la finanza puà aiutare a creare un mondo più sostenibile? E quali sono le strategie da adottare per un investimento in tal senso redditizio?

«La finanza può giocare un ruolo fondamentale nel favorire la sostenibilità globale attraverso varie strategie e strumenti alcune delle principali modalità sono: investimenti responsabili: gli investitori possono destinare i loro capitali a imprese che implementano pratiche sostenibili, incentivando così le aziende a migliorare le loro prestazioni ambientali, sociali e di governance (ESG); obbligazioni verdi e sociali: questi strumenti finanziari vengono emessi per raccogliere fondi per progetti ambientali o sociali. Investire in obbligazioni verdi, per esempio, supporta iniziative legate alle energie rinnovabili, all’efficienza energetica, alla gestione sostenibile delle risorse idriche e altro ancora; impact investing: gli investitori cercano non solo un ritorno finanziario, ma anche un impatto positivo a livello sociale o ambientale. Questo tipo di investimento si concentra su progetti che generano benefici tangibili per la società o l’ambiente; screening ESG: gli investitori possono utilizzare criteri di selezione basati sui fattori ESG per escludere aziende che non rispettano determinati standard di sostenibilità o per includere quelle che li superano; engagement e voto: gli azionisti possono utilizzare il loro diritto di voto e interagire direttamente con le aziende per influenzare le loro pratiche di sostenibilità, inclusa la presentazione di risoluzioni sugli azionisti riguardanti le questioni ESG. Le strategie per un investimento sostenibile e redditizio sono: Diversificazione: diversificare il portafoglio tra diverse classi di attivi e settori può ridurre il rischio e aumentare le opportunità di rendimento. Includere investimenti sostenibili in questa diversificazione può portare a una maggiore resilienza del portafoglio. Analisi ESG integrata: Incorporare l’analisi ESG nel processo di selezione degli investimenti per identificare aziende con pratiche sostenibili e prospettive di crescita a lungo termine. Numerosi studi dimostrano che le aziende con forti pratiche ESG tendono a performare meglio finanziariamente nel lungo periodo. Scegliere fondi ESG: investire in fondi comuni di investimento o ETF (Exchange-Traded Funs) che seguono criteri ESG può essere una strategia efficace. Questi fondi sono gestiti da professionisti che selezionano le aziende in base ai loro punteggi ESG. Supportare l’Innovazione: investire in tecnologie e innovazioni che affrontano le sfide ambientali e sociali, come le energie rinnovabili, le tecnologie pulite, la gestione dei rifiuti e l’agricoltura sostenibile. Valutazione del rischio e opportunità ESG: utilizzare strumenti e metodologie per valutare i rischi e le opportunità ESG associati agli investimenti, aiutando a identificare potenziali rischi a lungo termine e opportunità di crescita. Investimenti a impatto: Concentrarsi su investimenti che mirano a generare un impatto sociale o ambientale misurabile oltre a un ritorno finanziario. Questi investimenti sono progettati per affrontare problemi specifici come il cambiamento climatico, l’accesso all’acqua pulita, l’istruzione e la salute».

Il cambiamento climatico e le relative politiche di mitigazione espongono a dei rischi? Quali sono? A cosa un’impresa ma anche un investitore privato devono prestare attenzione?

«Il cambiamento climatico e le politiche di mitigazione ad esso correlate espongono a diversi rischi che possono essere categorizzati in rischi fisici, economici, sociali e politici come: I rischi fisici sono eventi meteorologici estremi: alluvioni, siccità, ondate di calore e tempeste che diventano più frequenti e intensi, causando danni a infrastrutture, abitazioni e coltivazioni; I rischi economici sono legati ai costi di adattamento: gli investimenti necessari per adattare infrastrutture e comunità ai cambiamenti climatici possono essere enormi. L’agricoltura, pesca e turismo sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici, con impatti sulla produzione alimentare, sui mezzi di sussistenza e sui ricavi turistici. Inoltre la transizione verso fonti di energia rinnovabile può comportare costi elevati, dislocazioni economiche e la necessità di aggiornamenti tecnologici. I rischi sociali sono legati alle migrazioni climatiche: le popolazioni possono essere costrette a spostarsi a causa di eventi climatici estremi o del degrado ambientale, causando tensioni sociali e umanitarie. I gruppi più vulnerabili, come le comunità a basso reddito, possono essere più esposti agli impatti climatici e avere meno risorse per adattarsi- E le ondate di calore, la diffusione di malattie trasmesse da vettori e l’inquinamento dell’aria possono peggiorare la salute pubblica. Infine i rischi politici riguardano i conflitti per le risorse: la scarsità di risorse come acqua e terra agricola può alimentare conflitti tra comunità e nazioni. Le migrazioni climatiche e le crisi economiche legate al cambiamento climatico possono destabilizzare governi e regioni. Le politiche di mitigazione che non tengono conto delle conseguenze sociali ed economiche possono portare a insoddisfazione popolare e resistenza politica».

Quali sono secondo lei nel concreto i titoli verdi e sostenibili su cui puntare al momento?

«Individuare i titoli verdi e sostenibili su cui investire richiede un’analisi delle condizioni di mercato attuali, delle strategie aziendali e delle tendenze globali in materia di sostenibilità. Oltre alle già note stelle del mercato che per patrimonializzazione, quote di mercato e diversificazione dei settori di intervento svettano sulle principali piazze finanziarie vorrei evidenziare NextEra Energy, Vestas Wind Systems, Enphase Energy, Orsted A/S, Broadcom, Applied Materials Inc. Per diversificare il rischio, molti investitori scelgono fondi ed ETF (Exchange-Traded Funds) specializzati in investimenti sostenibili: iShares Global Clean Energy ETF (ICLN), Invesco Solar ETF (TAN), Raiffeisen Azionario HighTech-ESG, Janus Henderson Horizon Global Sustainable Equity. Prima di investire, è fondamentale fare una ricerca approfondita e considerare i seguenti aspetti: Performance Finanziaria: Verificare la solidità finanziaria delle aziende; Strategie di Sostenibilità: Valutare le iniziative e gli impegni delle aziende verso la sostenibilità; Rischi Specifici: Considerare i rischi specifici legati a ogni settore e azienda, come la volatilità dei mercati delle materie prime e le regolamentazioni governative. Investire in titoli verdi e sostenibili può offrire opportunità di crescita a lungo termine, contribuendo al contempo a un futuro più sostenibile».

Veniamo ora ai BTP. Cosa sono quelli green? A chi conviene comprarli?

«I Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) sono titoli di Stato italiani a medio-lungo termine che pagano interessi fissi ogni sei mesi e restituiscono il capitale alla scadenza. I BTP Green, in particolare, sono una versione di BTP destinata a finanziare progetti ambientali e sostenibili. I fondi raccolti con i BTP Green vengono utilizzati per finanziare o rifinanziare progetti con impatti ambientali positivi. Questi possono riguardare energie rinnovabili, efficienza energetica, trasporti sostenibili, gestione delle risorse idriche, prevenzione e controllo dell’inquinamento, e protezione della biodiversità. I BTP Green sono emessi in conformità con standard internazionali come i Green Bond Principles, che garantiscono trasparenza e rendicontazione. Il governo italiano pubblica regolarmente report sull’uso dei fondi e sull’impatto ambientale dei progetti finanziati. Questi titoli offrono condizioni simili ai BTP tradizionali in termini di durata, interessi fissi e rischio di credito, con la differenza che i fondi sono destinati a progetti sostenibili. Permettono agli investitori di diversificare il portafoglio aggiungendo un componente sostenibile, potenzialmente meno correlato con altri investimenti tradizionali, contribuendo al finanziamento di progetti ambientali e alla transizione verso un’economia più sostenibile. Come i BTP tradizionali, i BTP Green offrono interessi semestrali, fornendo una fonte di reddito. Chi cerca la stabilità degli investimenti in titoli di Stato e vuole impegnarsi nella sostenibilità può trovare nei BTP Green una scelta interessante, con rendimenti stabili e rischio di credito relativamente basso garantito dallo Stato italiano. Fondi pensione, fondi comuni di investimento e altri investitori istituzionali che devono rispettare criteri ESG (Environmental, Social, Governance) possono utilizzare i BTP Green per soddisfare tali requisiti, diversificando il portafoglio e contribuendo agli obiettivi ambientali. Gli enti pubblici e le imprese che vogliono investire in strumenti finanziari sostenibili e supportare progetti green a livello nazionale possono beneficiare dei BTP Green, allineando i loro investimenti con le politiche di sostenibilità».

Per concludere, secondo Cerro, investire in BTP Green può essere vantaggioso per chi cerca un’opzione di investimento con un impatto positivo sull’ambiente. Tuttavia, è importante valutare attentamente la propria situazione finanziaria, gli obiettivi di investimento e la propensione al rischio. Affidarsi ad un consulente finanziario può aiutare a prendere decisioni informate.

FOTO: SHUTTERSTOCK



 

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