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Ancora un mese di aumento per l’inflazione in Italia, che a luglio cresce dello 0,4% sul mese di giugno. Un rallentamento della crescita, che il mese scorso era balzata con uno 0,8%, che però conferma il trend visto dall’inizio dell’estate. Il dato sulla crescita dei prezzi dei beni e dei servizi al consumo si avvicina sempre di più a quello di fondo, attestandosi sull’1,3%.

Il contributo principale a questa crescita viene dai beni energetici. La diminuzione dei prezzi di energia elettrica e gas si sta ormai fermando e il costo delle bollette è in assestamento dopo un 2022 di rapida ascesa e un 2023 di altrettanto rapida discesa.

L’inflazione a luglio: confermati gli aumenti

Istat ha diffuso i dati sui prezzi al consumo di luglio, che misurano l’inflazione. Rispetto a giugno i prezzi sono cresciuti ancora, dello 0,4% portando l’aumento rispetto a maggio a 1,2%. Un balzo significativo rispetto alla stagnazione dei prezzi vista nella prima parte dell’anno, quando l’inflazione era rimasta sempre sotto il punto percentuale.

Ora invece i costi sono tornati a crescere a un ritmo sostenuto, segnalando una domanda interna in salute. Rispetto al 2023, in media i prezzi al consumo sono aumentati dell’1,3%. L’inflazione di fondo, che non considera quindi i beni energetici e quelli alimentari, molto volatili sia a livello stagionale che annuale, si conferma stabile all’1,9%.

Nonostante l’aumento dell’inflazione venga visto come un dato negativo, per l’Italia queste cifre rappresentano notizie piuttosto buone. Le principali teorie economiche sostengono infatti che un’inflazione attorno al 2% sia sintomo di una domanda sana e quindi di un’economia in crescita, in cui il benessere dei consumatori spinge la produzione di beni e alimenta la crescita economica.

Il dato di fondo italiano, il migliore nel segnalare i cambiamenti di lungo periodo, è quello più vicino a questo obiettivo, mentre anche quello generale sta tendendo a un avvicinamento.

Quali prezzi sono aumentati di più

L’aumento dell’inflazione a luglio è trainato principalmente dalle variazioni nei prezzi dei beni energetici, come dimostra il fatto che l’inflazione di fondo è rimasta fondamentalmente invariata. Il costo di elettricità e gas sta infatti smettendo di diminuire per tornare ai livelli precedenti alla crisi del 2022, causata dalla guerra tra Ucraina e Russia. Le nuove tensioni nella regione di Kursk potrebbero però cambiare presto questo scenario.

A luglio, i beni che sono cresciuti maggiormente di prezzo sono quindi quelli che ricadono nella dicitura statistica “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili“. Nella loro variazione si nota quanto siano fuori scala rispetto al resto dei prezzi. Su base mensile, sono infatti aumentati del 2,9% contro un’inflazione media dello 0,4%. Su base annuale sono invece calati del 2,2%, ma se si paragona questo dato a quello di giugno si nota un netto rallentamento. Il calo tendenziale riferito allo scorso mese superava infatti il 6%.

Altri dati che non concordano con il resto dell’inflazione sono quelli della ristorazione, che cresce su base annua del 4,3%, e delle comunicazioni, che al contrario scendono di prezzo di oltre il 5%. Lenta crescita per i mobili e gli articoli per la casa, che si assestano un punto percentuale sotto l’inflazione media.



 

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