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Agrisolare in overbooking con i primi bandi. Visto il successo si continua a finanziare la misura del Pnrr destinata alle aziende agricole. A disposizione 250 milioni per il fotovoltaico sui tetti, domande dal 16 settembre.

Pannelli sui tetti delle aziende

La misura agrisolare riservata alle regioni del Sud, fondo perduto fino al 80%

Il terzo bando dedicato al Parco Agrisolare è riservato alle imprese agricole e agroalimentari del Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Confermate le regole introdotte con il secondo bando del 2023: a iniziare  dal contributo a fondo perduto che potrà raggiungere l’80% delle spese ammissibili.

Un altro dato interessante è la possibilità delle imprese di adottare soluzioni di autoconsumo condiviso e potranno partecipare in forma aggregata. Sarà possibile, inoltre, installare impianti fotovoltaici sui tetti dei fabbricati agricoli con una potenza massima di 1.000 kWp per impianto. La spesa massima per beneficiario è fissata a 2.330.000 euro.

I termini per la domanda sul portale GSE

Le domande potranno essere presentate sul portale del Gestore dei Servizi Energetici S.p.A. dalle  12:00 del 16 settembre fino alle  12:00 del 14 ottobre 2024.

Le domande saranno istruite dal GSE S.p.A. tra ottobre e dicembre 2024, insieme allo scorrimento del secondo bando, con l’obiettivo di assegnare l’intera dotazione finanziaria della misura pari a 2,35 miliardi  entro il 2024, come da scadenza europea.

Si tratta di una fondamentale opportunità – sottolinea il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – che sono certo le imprese agricole del Mezzogiorno sapranno cogliere, al fine di migliorare la sostenibilità dell’intero comparto e nello stesso tempo incrementarne la competitività, azzerando i costi energetici che rappresentano in media il 20% dei costi variabili“.

Bene fotovoltaico sui tetti, ma non basta

Infine la valutazione politica di Lollobrigida: “Il successo straordinario di questa misura conferma come sia possibile promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili senza alcun consumo di suolo agricolo che deve invece essere destinato alla produzione“.

Francesco Lollobrigida

Il dato che non prende in considerazione il ministro è l’impossibilità di avere una piena decarbonizzazione riservando il fotovoltaico sui tetti. Non bisogna fermarsi al fabbisogno attuale, ma stimare le necessità, anche del mondo agricolo, di una società che deve abbandonare le fonti fossili. Senza dimenticare che ben 4 milioni di ettari di suolo agricolo sono  abbandonati.  Questa narrazione porta a polarizzare l’opinione pubblica sui temi della transizione energetica in agricoltura.

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