Nuovo Giornale Nazionale – FISCO E BONUS, UN VERO MALUS #finsubitoagevolazioni

di Giuseppe Augieri

Giuro che mi sono trovato spaesato anche io, che ho sempre criticato la pletora di bonus che da decenni invade l’Italia e pensavo di avere le idee chiare. Tra vecchi bonus, rinnovi e trasformazioni, nuovi ingressi il numero dei bonus è stata una sorpresa anche per me: non me ne aspettavo tanti. Ho trovato immense difficoltà a elencarli tutti perché l’informazione è imprecisa e perché il raggruppamento di essi in “ famiglie” è diverso nelle tante fonti dalle quali attingere i dati.

Molti di questi bonus sono stati introdotti dai governi guidati da Conte e da Draghi per far fronte agli effetti della pandemia di Covid-19 prima e della crisi ucraina dopo. Ma nessun governo, quelli precedenti e quello attuale tra essi, ha esitato di fronte ad un loro ampliamento, rinnovo, reiterazione. Talvolta correggendone il tiro, per ampliare o ridurre la platea di chi può usufruirne, ovvero limitandone gli importi.

Già, perché quanto costano questi bonus per me è stato impossibile capirlo. L’unico dato trovato è quella della CGIA di Mestre ed è datato 2022: questi bonus costeranno alle casse della Stato circa 113 miliardi, comprensivi della previsione dell’impatto del superbonus che faceva indicare in 46 miliardi il costo degli interventi “edilizi”. Quest’ultima cifra è stata poi rivalutata fino ad assommare – ultimo dato – a 170 miliardi. Comunque tutti i bonus, escluso quelli relativi all’edilizia, varrebbero circa 67 miliardi. Questo al 2022. Dati più aggiornati non li ho trovati.

L’effetto di questi bonus è drammatico: sul piano economico, sul piano sociale, sul piano politico. Al di là dell’importo totale che, sul piano economico, potrebbe studiarsi come meglio allocare poiché molti di essi hanno grande validità ma potrebbero essere diversamente collocati per raggiungere gli stessi effetti, la loro presenza da luogo ad una grande distorsione del “prelievo fiscale” al punto da renderlo assolutamente incomprensibile nella sua dimensione. E forse anche ingiusto, poiché questi bonus si applicano guardando, quasi sempre ma non sempre, all’ISEE ma ognuno di essi ha un limite diverso di applicabilità che va dai 9000 Euro/anno per alcuni ai 50.000 Euro/anno per altri. E questo è sul piano sociale (con ISEE spesso riferiti a finti poveri, ovvero evasori più o meno incalliti ndr).

Sul piano politico il sospetto che trattasi, talvolta, di “mancette” trova riscontro nella lettura di alcuni di essi. In ogni caso la politica dei bonus supplisce alla mancanza di politica economica ed anzi ne ha preso il posto stabilmente. Per me è un modo obbrobrioso di fare politica. Infine, vorrei capire chi si permetterà mai di toglierne qualcuno. Cosa è successo per Superbonus e Reddito di Cittadinanza insegnano.

Infine, lo so che sto lanciando una provocazione, forniscono molti alibi per non affrontare la perdita di potere di acquisto della classe media, che di questi bonus – edilizia a parte – non ne usufruirà mai. E dunque al prelievo fiscale non potrà “detrarre” i vantaggi dei bonus.

Quando leggo di anatemi sulla politica economica, mi domando quanti tengono conto, nei loro giudizi, della profonda, intricata giungla di questi e similari provvedimenti. Che, quando si va alla stretta delle spesa pubblica, sono come un muro di cemento armato a difesa di territori che nessuna spending rewue potrà mai scalfire. E talvolta a svantaggio di spese che sarebbero politicamente e socialmente necessarie . E forse anche economicamente più efficaci.