diAnna Paola Merone
Naldi (Federalberghi): persistono le strutture abusive
Undici punti percentuali in meno. Il consuntivo della presenza di turisti a Napoli in questo infuocato agosto conferma le proiezioni già rese note a metà del mese scorso. Confrontando i dati della occupazione camere dell’agosto 2023 con quelle dell’agosto di quest’anno il segno negativo compare, vistoso, davanti ad un numero a due cifre. Nell’ agosto 2024 l’occupazione camere è stata pari al 71,93 per cento. Lo scorso anno si era toccata quota 82,92 per cento. Il dato è stato elaborato dal centro studi di Federalberghi che rileva comunque l’alto livello di consensi attribuiti a Napoli e l’eccezionalità del 2023 dal punto di vista turistico, ma gli 11 punti percentuali in meno restano comunque tantissimi e non possono essere archiviati come una circostanza poco rilevante.
E mentre ci si concentra sulle prospettive di settembre che sembrano più rosee — lo scorso anno l’occupazione camere si attestò intorno all’80 per cento — il presidente degli albergatori napoletani Salvatore Naldi mette sotto il microscopio i dati elaborati dai suoi uffici e torna a puntare il dito contro l’abusivismo dilagante in una città al centro di un fenomeno di over tourism che ha fatto fiorire attività in ambito ricettivo prive di autorizzazione.
Una inchiesta del Corriere del Mezzogiorno ha evidenziato che è possibile trovare camere anche a 20 euro a notte, in strutture senza alcun profilo fiscale e senza alcuna identità. E rilevato che il caos di commercianti illegali e di folklore disordinato continua a piacere sostanzialmente solo a chi in città ci passa per fugacissime visite e attraversa la città con passo e sguardo distratto, senza dare alcune spinta o contributo reale all’economia locale.
«Il 2023 è stato un anno record, difficile ripetere gli stessi numeri — sottolinea Naldi —. Ma il calo di presenze di questa estate, soprattutto nel mese di agosto, va comunque analizzato. Il segno meno può avere diverse cause. Il gran caldo, ad esempio, ha spostato flussi turistici verso località di mare, penalizzando la nostra città. È vero che Napoli, quest’anno più di altri, ha provato a proporre anche la risorsa mare, ma c’è ancora molto lavoro da fare perché possa essere percepita non solo come città d’arte, ma anche come città balneare». Dunque ecco la prima causa: la difficoltà per Napoli di offrire spiagge e risposte interessanti a chi vuole godersi il mare. Potrebbe essere come Barcellona, ma resta legata al profilo della città raccontata da Annamaria Ortese, e dunque non bagnata dal mare.
Ma c’è dell’altro e il presidente di Federalberghi lo ribadisce. «Un’altra plausibile causa è l’abusivismo. Oggi — sottolinea Naldi — siamo lieti di vedere operativo il Cin, il Codice Identificativo Nazionale per le strutture turistico-ricettive, che segue il Cusr (iniziativa simile, ma regionale), che consente allo Stato di censire il numero di attività ricettive sul territorio e rappresenta un importante strumento di lotta all’abusivismo in quanto impedisce, alle strutture che non ne sono dotate, di commercializzarsi sui portali web».
Insomma una soluzione, una risposta possibile. Ma non esaustiva. «Il codice in parte ha ridotto l’offerta fuori regola — ricorda il presidente Federalberghi — ma persistono strutture abusive che oltre all’evasione fiscale, ai danni erariali e alla concorrenza sleale, mettono in pericolo la sicurezza degli ospiti. Per questo è indispensabile aumentare le azioni di controllo sul territorio con specifiche forze dell’ordine. Servono maglie più strette e controlli più serrati».
Secondo l’associazione Abbac, sono circa 1.500 le strutture ricettive extra alberghiere totalmente abusive a Napoli. Una percentuale rilevante rispetto ai 12mila b&b, case vacanze e stanze offerte online in città. Una zona d’ombra riferita ad attività che non versano alcuna tassa di soggiorno, non si sottopongono ad alcun regime fiscale e non comunicano alla Questura i dati dei propri ospiti. Un groviglio di illegalità che mina in misura esponenziale il mercato che potrebbe esprimere livelli di attività regolari molto più alti.
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