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TREVISO – «Devo dire che sono stato sgradevolmente sorpreso dall’apprendere questa notizia, per me del tutto inaspettata. Ho chiesto al mio amministratore di condominio di attivarsi perchè l’azienda saldi chi di dovere». Il ministro Carlo Nordio cade dalle nuvole dall’apprendere del contenzioso legato al bonus 110% che coinvolge anche il condominio dove abita, oltre che altri immobili della città. Ma non ha dubbi: «I patti vanno rispettati».
IL FATTO
Un’azienda della cintura urbana ha eseguito i lavori di riqualificazione ma è entrata in contenzioso con i professionisti che hanno seguito i lavori che affermano di non essere stati del tutto liquidati nonostante i cantieri siano stati chiusi e le opere terminate da quasi un anno. L’azienda però ha ribattuto che chi si lamenta, in realtà, non avrebbe consegnato tutta la contabilità necessaria per essere saldato. La cosa, almeno in un caso, è sfociata in una causa civile intentata da un amministratore di condominio e tre tecnici che hanno fatto ricorso per ottenere un decreto ingiuntivo e riavere circa 200mila euro di, dicono, mancati pagamenti. Il ministro ha voluto approfondire: «Questa mattina (ieri ndr) ho chiamato il mio amministratore di condominio per chiedere come stanno le cose. E l’ho sollecitato a contattare l’azienda in questione perché si affretti ad appianare tutto. Gli obblighi contrattuali vanno sempre rispettati e sono certo che l’azienda lo farà anche per difendere la propria credibilità».
IL CONTRASTO
In realtà l’azienda si sta muovendo in ogni sede per ribattere alle accuse. E fa sentire la propria voce attraverso l’avvocato trevigiano Fabio Crea: «L’azienda è rimasta spiacevolmente sorpresa nel leggere quanto pubblicato a fronte di decenni di attività seria e proficua su tutto il territorio nazionale. Altrettanto sorpresi nel leggere del coinvolgimento dell’edificio in cui risiede il Ministro Nordio, che nulla ha a che vedere con l’intrepida azione mediatica e giudiziale intrapresa da un solo e diverso condominio e da alcuni professionisti». E quindi spiega: «È necessario riportare la realtà dei fatti, molto diversa rispetto all’affermazione secondo cui l’impresa non avrebbe pagato decine di professionisti. Innanzitutto occorre precisare che non tutti gli appalti sono stati realizzati con il cosiddetto Bonus 110%. Altri condomini, infatti, sono stati costretti a optare per la scelta di diversi bonus, quali il 70/30 e il 50/50». E ancora: «In secondo luogo, le problematiche relative ai contenziosi con i professionisti sono conseguenti al mancato invio da parte degli stessi della contabilità necessaria a definire i rapporti debito/credito tra l’impresa e gli stessi professionisti, oltre che analoghi ritardi da parte dello stesso amministratore di condominio che ha intrapreso l’iniziativa mediatica». E il nodo sarebbe anche un altro: «Per non parlare della mancata redazione del certificato di fine lavori e di regolare esecuzione attestante l’accettazione dei lavori stessi, presupposto fondamentale per le definizioni economiche. L’azienda percorrerà ogni via giudiziale per far valere i propri diritti».
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