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un prestito da 35 miliardi di euro #adessonews


In un momento storico di crisi e tensione, l’Unione Europea ha annunciato un piano strategico per sostenere l’Ucraina attraverso un prestito di 35 miliardi di euro, utilizzando i proventi derivanti dai beni russi congelati a causa delle sanzioni. Questa iniziativa mira ad alleviare il grave deficit nel bilancio ucraino causato dall’invasione russa. Tuttavia, la questione della libera circolazione dei beni e il potenziale blocco delle sanzioni da parte dell’Ungheria preoccupano gli alleati occidentali. Di seguito vengono analizzate le dinamiche e le implicazioni di questa manovra.

L’idea alla base del prestito: beni russi come garanzia

Un’innovazione sul fronte finanziario

L’idea di finanziare l’Ucraina attraverso i beni congelati della RUSSIA affonda le radici nel concetto di far pagare Mosca per le devastazioni arrecate all’Ucraina. Dopo che l’invasione è cominciata, il Cremlino ha ignorato le richieste di aiuto umanitario e cessate il fuoco, portando l’Unione Europea a cercare fonti alternative di finanziamento. Le riserve valutare della Banca centrale russa congelate in Europa, stimabili in circa 270 miliardi di euro, rappresentano una potenziale risorsa.

La legalità del provvedimento

Secondo il diritto internazionale, i beni sovrani non possono essere confiscati, ma i proventi generati possono essere utilizzati in diversi modi. Nel maggio di quest’anno, gli Stati membri hanno deciso di destinare parte di questi proventi, che si stimano tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro all’anno, per supportare l’esercito ucraino e le sue necessità di ricostruzione. L’iniziativa ha trovato ulteriore sostegno durante il vertice del G7, che ha siglato un accordo per raccogliere prestiti che possano garantire assistenza immediata a Kiev.

Collegamento tra U.E. e G7: una strategia condivisa

Un’alleanza tra le nazioni

L’iniziativa di prestito dell’Unione Europea non è un atto isolato, ma è parte di uno sforzo condiviso tra gli alleati occidentali. In una strategia coordinata, U.E. e Stati Uniti avrebbero dovuto coadiuvare le loro risorse per garantire uno stanziamento equo a Kiev. Tuttavia, l’assenza di un accordo unanime nelle rinnovate sanzioni contro la RUSSIA ha complicato la situazione.

Rischi e incertezze

La legge dell’U.E. impone che le sanzioni siano rinnovate ogni sei mesi e questo rappresenta una potenziale vulnerabilità. Paesi come l’Ungheria potrebbero utilizzare il loro diritto di veto per bloccare tali decisioni, rischiando di danneggiare l’intero pacchetto di aiuti e ritardando ulteriormente l’assistenza a un’Ucraina già sull’orlo del collasso. I negoziati tra i due lati sono in corso, ma le prospettive di una pronta risoluzione sono incerte, specialmente con le imminenti elezioni presidenziali statunitensi.

L’utilizzo dei proventi e i prossimi passi

Implementazione del piano di von der Leyen

Il piano per l’assistenza all’Ucraina include la creazione di un Meccanismo di cooperazione per prestiti, che raccoglierà i proventi derivanti dai beni congelati. Questo approccio permette agli alleati di accedere alle entrate straordinarie e di coprire eventuali rimborsi senza un impatto diretto sui loro bilanci nazionali. L’organizzazione di questa struttura è cruciale per poter rispettare le tempistiche richieste da Bruxelles.

Tempistiche e condizioni per l’erogazione

La Commissione europea ha posto l’accento sulla necessità di approvare rapidamente il piano poiché il prestito di 35 miliardi di euro deve essere formalmente raccolto entro la fine dell’anno. La proposta sarà sottoposta a votazione in Consiglio, dove sarà sufficiente una maggioranza qualificata per avanzare rapidamente, riducendo il rischio di veti nazionali.

Le insidie del veto ungherese: un nodo cruciale

La dinamica politica interna e le paure di Bruxelles

Il veto dell’Ungheria è un elemento di manovra che preoccupa Bruxelles. Nonostante le misure adottate possano rimanere in vigore, garantendo un flusso continuo di fondi, la questione chiave resta la suddivisione dei beni congelati. La proposta di estendere il periodo di rinnovo da sei a trentasei mesi potrebbe accrescere la prevedibilità, ma il potere di veto potrebbe comunque mettere a repentaglio l’intero progetto.

Condizioni aggiuntive e relazioni internazionali

L’Alto rappresentante Josep Borrell ha rivelato delle condizioni politiche che devono essere rispettate, tra le quali la cessazione delle ostilità da parte della RUSSIA. Tuttavia, anche se queste condizioni saranno incluse nel piano, l’Ungheria manterrà il potere di veto, creando un ulteriore livello di complessità per la stabilità senza precedenti nell’assistenza a Kiev.

Nel frattempo, le dinamiche finanziarie ed economiche globali stanno spingendo sia gli Stati Uniti che l’Ue a rimanere vigili e proattivi nella raccolta di fondi necessari per sostenere l’Ucraina nelle sue esigenze di sicurezza e sviluppo.

Ultimo aggiornamento il 21 Settembre 2024 da Laura Rossi



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