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Ex Ilva, 15 le manifestazioni d’interesse #adessonews

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Ad un minuto dalla mezzanotte di ieri è scaduto il termine per presentare le buste con le manifestazioni d’interesse per il polo siderurgico ex Ilva, previsto dal bando pubblicato lo scorso 31 luglio del ministero delle Imprese e del Made in Italy, firmato anche dai commissari straordinari di Ilva in AS (Danovi, Di Ciommo e Savi) e dai commissari di AdI in AS (Fiori, Quaranta e Tabarelli), che ha messo sul mercato tutto il gruppo siderurgico italiano. In pole, secondo indiscrezioni emerse negli ultimi giorni, ci sarebbero il gruppo ucraino Metinvest dell’oligarca Rinat Akhmetov, le indiane Vulcan Green Steel (ramo cadetto della famiglia Jindal) e Steel Mont e la canadese Stelco a loro volta da poco acquisiti dagli americani di Cleveland-Cliffs, le uniche che pare sarebbero interessate ad acquistare l’intero gruppo. Le altre aziende in corsa guarderebbero di più ai singoli asset come le italiane Marcegaglia, Sideralba e forse Arvedi, mentre sullo sfondo resta il colosso giapponese Nippon Steel che nelle scorse settimane pare abbia preso contatti con il governo. La manifestazione di interesse potrà essere fatta per acquisire “i beni e le attività aziendali di Ilva in Amministrazione Straordinaria (AS) e Acciaierie d’Italia in AS, nonché delle altre società appartenenti ai rispettivi gruppi”. Tra queste ci sono Ilva Servizi Marittimi, Ilvaform, Taranto Energia, Socova, Adi Energia, Adi Servizi Marittimi, Adi Tubiforma e Adi Socova. La priorità, su indicazione dei commissari, sarà data alle manifestazioni di interesse complessive.

Vedremo nelle prossime settimane chi realmente sarà interessato e a cosa. E quali prospettive propone. Ma bisognerà apsettare almeno sino a novembre inoltrato per avere un quadro più chiaro della situazione.

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La gara internazionale “questa notte ha chiuso la fase preliminare con le manifestazioni di interesse da parte 15 attori internazionali e nazionali, alcuni dei quali hanno presentato una manifestazione di interesse per l’intero asset produttivo ed altri per parti non complete degli asset produttivi“. L’annuncio arriva dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, parlando a margine di SiciliaFiera a Catania. “Ora inizia una fase in cui queste aziende potranno accedere a ulteriori informazioni sulla base delle quali costruire i loro piani industriali,finanziari, ambientali e occupazionali e, nel contempo dove ci fossero altri interessati, potrebbero comunque farle in cordata con questi e comunque in ogni caso è sempre possibile ad altri di accedere a una manifestazione di interesse“. “Io penso che nei prossimi mesi definiranno i piani industriali tra loro concorrenziali e noi sceglieremo quello che sarà il migliore per garantire il rilancio della siderurgia nazionale e il percorso green del sito Ilva che noi pensiamo possa diventare il piu’ grande sito siderurgico green d’Europa”. “Abbiamo preso in mano il destino di quello che era il più grande polo siderurgico italiano a fine febbraio quando c’erano appena le materie prime di approvvigionamento per quattro giorni – ricorda ancora una volta il ministro delle Imprese e del Made in Italy – se non l’avessimo fatto dopo pochi giorni sarebbe stato chiuso anche l’ultimo altoforno, l’altoforno 4 per mancanza di materie prime e cio’ avrebbe portato al collasso per il sistema. Appena sei mesi dopo i commissari, sotto le nostre indicazioni, sono riusciti a ripristinare la piena funzionalità di quell’altoforno e a programmare l’apertura di un secondo altoforno nell’ottobre di quest’anno e del terzo nella prima parte del prossimo anno. Nel contempo in questi sei mesi abbiamo creato le condizioni anche attraverso il prestito ponte che ci è stato autorizzato dalla Commissione europea e il piano di sviluppo del sito anche sul piano ambientale e sanitario a creare condizioni per una gara internazionale”.

“Apprendiamo dal Ministro Urso che sono 15 le manifestazioni di interesse per l’acquisto dell’ex Ilva, la maggior parte solo per alcuni stabilimenti del Gruppo. Rimaniamo convinti che ogni stabilimento abbia bisogno e sia legato agli altri e una vendita a pezzi significherebbe rendere vulnerabili tutti i siti, decretandone la chiusura, a partire da Taranto. Sarebbe una prospettiva insostenibile. Inoltre ribadiamo la necessità di una presenza di garanzia dello Stato nella nuova società. Al Ministro Urso vogliamo ricordare che senza la lotta coraggiosa, solitaria e senza sosta contro tutto e tutti portata avanti dai lavoratori, mentre regnava una confusione totale in un Governo che non decideva, la vertenza dell’ex Ilva si sarebbe conclusa tragicamente, con la chiusura di tutti i siti dell’ex Ilva. Ministro Urso riconosca l’importanza fondamentale delle battaglie di migliaia di persone che non hanno mai smesso di lottare per difendere l’ambiente, il lavoro e il futuro industriale di Taranto e di tutti gli stabilimenti italiani. Ora vogliamo conoscere nel dettaglio i progetti occupazionali, ambientali e industriali che verranno presentati. Le nostre priorità indissolubili restano ambiente, tutela occupazionale non a tempo, come previsto nel bando, per tutti i lavoratori diretti, dell’appalto e in Ilva AS e produzione ecosostenibile”. Così Rocco Palombella, segretario generale Uilm.

L’Ufficio Studi sideweb ha tracciato brevi profili delle aziende che nei mesi scorsi hanno ufficializzato il proprio interesse o hanno visitato gli impianti che riportiamo qui di seguito per una migliore comprensione del lettore.

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Vulcan Green Steel – La società, parte del Jindal Group of Companies, ha una sede produttiva nell’Oman. Il sito è in fase di realizzazione (la conclusione dei lavori è prevista per il 2026) e avrà una capacità produttiva di 5 milioni di tonnellate annue di acciaio decarbonizzato, realizzato con l’impiego di idrogeno verde prodotto con l’utilizzo di risorse rinnovabili (solare e eolico). Secondo Vulcan Green Steel il proprio acciaio avrà un’impronta carbonica inferiore a 0,6-0,7 tonnellate di CO2 per tonnellata di acciaio. L’output dell’azienda sarà orientato alla produzione di piani e derivati (coils a caldo, coils a freddo e lamiere).

Steel Mont – È una società europea specializzata nel trading internazionale di materie prime, in particolare acciaio, carbone, coke, oltre ai prodotti chimici, energia e prodotti agricoli. Per la siderurgia, Steel Mont importa coils a caldo, lamiere da treno, lamiere da coils, tondo per cemento armato, vergella, billette, bramme, inox e rottame. Inoltre, fornisce una serie di servizi che spaziano dall’energia eolica, alla fornitura di attrezzature minerarie e metallurgiche ai finanziamenti commerciali. La società, inoltre, ha collegamenti commerciali diretti con Germania, Turchia, Emirati Arabi Uniti, India, Cina, Repubblica Ceca e Italia. Il fatturato dell’azienda è, secondo quanto dichiarato dalla medesima impresa, «superiore ai 100 milioni di euro» annui.

Stelco – Steel Company of Canada (Stelco) è un’impresa storica per la siderurgia nordamericana. Fondata nel 1910, dopo una lunga serie di fusioni e incorporazioni che l’avevano portata nel 2007 nella galassia di US Steel, nel 2017 è stata ceduta a Bedrock Industries Group e oggi si definisce un «produttore siderurgico integrato verticalmente, indipendente e canadese». Può contare su due impianti (Lake Erie Works e Hamilton Works) e realizza prodotti per i comparti dell’auto, delle costruzioni, degli elettrodomestici e per la produzione di tubi in acciaio. Il fatturato 2023 è stato di 1,92 miliardi di euro, per un utile di 98,6 milioni di euro.

Nippon Steel – Il gruppo Nippon Steel & Sumitomo Metal Corporation è il principale produttore siderurgico giapponese e tra i maggiori a livello globale. Oltre al settore siderurgico, vanta attività nei comparti metallurgico, chimico, elettronico e dell’edilizia. Il gruppo conta su 23 sedi in Giappone e 15 all’estero (7 in Asia, 5 tra America settentrionale e meridionale, 2 in Oceania e una in Europa) e dispone di nove impianti produttivi, una centrale elettrica e dieci laboratori di ricerca e sviluppo. La produzione della holding (pari a 35 milioni di tonnellate l’anno scorso) è molto variegata, e include: prodotti piani (coils, lamiere da treno), barre, rotaie, acciaio inossidabile e acciaio al titanio. Il fatturato del gruppo, nel 2023, è stato di oltre 55 miliardi di euro, con un utile di 5,6 miliardi.

Gruppo Arvedi – Il gruppo siderurgico ha conosciuto una forte crescita, in particolare negli ultimi anni, che l’ha portato a essere una delle maggiori realtà europee della siderurgia, potendo contare su attività di produzione e trasformazione dell’acciaio che impiegano oltre 6.400 dipendenti, per volumi superiori alle 5 milioni di tonnellate annue, generando un fatturato consolidato di oltre 6 miliardi di euro nel 2023. Il Gruppo Arvedi può contare su una forte presenza sia nel comparto dell’acciaio al carbonio (con Acciaieria Arvedi, Arvedi Tubi Acciaio, Metalfer, CSI, CSA ed Euro-Trade), sia in quello dell’acciaio inossidabile (Arvedi AST, Iltainox, Arinox, SDF, Terninox e Tubificio di Terni).

Gruppo Marcegaglia – Il Gruppo Marcegaglia, fondato nel 1959, si sviluppa attraverso una serie di società controllate (Marcegaglia Ravenna, Marcegaglia Carbon Steel, Marcegaglia Buildtech, Marcegaglia Stainless Sheffield, Marcegaglia Gazoldo Inox, Marcegaglia Specialties e Marcegaglia Plates) lungo tutta la filiera produttiva, con un’amplissima gamma di prodotti sia nel segmento del carbonio, sia in quello dell’inox. Il Gruppo è il principale trasformatore indipendente di acciaio al mondo e recentemente ha effettuato due acquisizioni entrando nella produzione primaria di acciaio: nel gennaio 2023 ha acquisito un’acciaieria a Sheffield (Regno Unito) per la produzione di acciai speciali e nel 2024 ha annunciato di aver rilevato l’impianto francese di Fos-sur-Mer, nel quale saranno investiti circa 600 milioni di euro per arrivare ad una produzione di 1-1,2 milioni di tonnellate di acciaio, cui verranno aggiunti un impianto di colata continua bramme (invece degli attuali lingotti) e un impianto per la laminazione in coils a caldo, per una capacità di produzione totale compresa tra 1,6 e 2 milioni di tonnellate. Nel 2023 il gruppo ha fatturato 7,8 miliardi di euro, per un utile di 191 milioni.

Sideralba – La società, con sede in provincia di Napoli, è stata fondata nel 1993 e appartiene al Gruppo Rapullino. Dalla sua nascita, l’impresa ha conseguito una costante e forte crescita, acquisendo la leadership in Italia nella lavorazione del coil zincato per il settore edile ed agricolo. Oltre alla sede storica di Acerra (NA – produzione di tubi, lamiere e nastri), il gruppo può contare su altri tre siti produttivi, due in Italia (Basciano – TE; Meridionale Grigliati – Gioia del Colle – BA) ed uno in Tunisia (SM Tunis Acier S.A. – joint venture con Marcegaglia Carbon Steel). La capacità produttiva annua è di circa 600.000 tonnellate, soprattutto di coils, tubi saldati, lamiere e profili aperti. Il fatturato nel 2023 è stato di circa 300 milioni di euro.

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Metinvest – È una multinazionale ucraina attiva nei settori minerario e siderurgico, con siti produttivi sia in Europa (Ucraina, Italia, Bulgaria e Regno Unito), sia negli Stati Uniti. Prima dello scoppio della guerra in Ucraina era uno dei principali produttori siderurgici europei e globali (42° nella classifica annuale stilata dalla World Steel Association nel 2021), ma successivamente la perdita di alcuni impianti a causa del conflitto ha portato ad una contrazione dei volumi e del giro d’affari. Nel 2023 la produzione siderurgica è stata pari a 2,025 milioni di tonnellate di acciaio liquido ed a 3,1 milioni di tonnellate di ghisa, a cui si sono affiancate 5,5 milioni di tonnellate di carbon coke e 9,3 milioni di tonnellate di minerale ferroso. Il fatturato è stato di 6,6 miliardi di euro, per una perdita di 174 milioni.

Negli ultimi giorni si sono fatte sempre più insistenti anche le voci su Nippon Steel che nelle scorse settimane pare abbia preso contatti con il Governo.

Come ricordato, la manifestazione di interesse potrà essere fatta per acquisire «i beni e le attività aziendali di Ilva in Amministrazione Straordinaria (AS) e Acciaierie d’Italia in AS, nonché delle altre società appartenenti ai rispettivi gruppi». Tra queste ci sono Ilva Servizi Marittimi, Ilvaform, Taranto Energia, Socova, Adi Energia, Adi Servizi Marittimi, Adi Tubiforma e Adi Socova. La priorità, su indicazione dei commissari, sarà data alle manifestazioni di interesse complessive.

(leggi tutti gli articoli sull’ex Ilva https://www.corriereditaranto.it/?s=ilva&submit=Go)

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