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Una fusione tra Commerzbank e Unicredit finirebbe per danneggiare le imprese tedesche. È questo l’appello che il management della seconda più grande banca di Germania ha lanciato nei suoi colloqui con il governo. Secondo quanto riportato dal Financial Times, i dirigenti avrebbero avvertito le istituzioni che i prestiti alle piccole e medie imprese di Mittelstand potrebbero risentirne. In questo momento, Commerzbank è molto importante per il tessuto produttivo tedesco, in quanto rappresenta circa il 30% dei prestiti al settore imprenditoriale riguardo le esportazioni, oltre a essere tra i maggiori finanziatori delle PMI.
Secondo la banca tedesca, una buona parte di clienti delle oltre 25.000 PMI sarebbe potrebbe rivolgersi altrove dopo la fusione, anche perché il rating creditizio di Unicredit è inferiore a quello di Commerzbank e ciò potrebbe creare problemi in tema di garanzie bancarie. Inoltre, il rischio è che sorgano questioni con le autorità di regolamentazione relative all’eccessiva esposizione ai prestiti ai singoli clienti, con l’entità risultante dalla combinazione che si troverebbe costretta a tagliare una parte dei finanziamenti.
I dirigenti di Commerzbank, infine, hanno sollevato un altro problema, relativo a una potenziale posizione di svantaggio dei clienti tedeschi a causa di una predilezione per ii clienti italiani da parte di Unicredit in ipotetiche situazioni di stress finanziario. La dimostrazione è data – secondo il management dell’istituto finanziario tedesco – da quanto accaduto durante la pandemia. All’epoca le banche statunitensi sono state molto contenute nei prestiti alle aziende europee privilegiando quelle nazionali, a riprova del fatto che in tempo di crisi si ha l’abitudine nel settore bancario di ritirarsi nel proprio mercato domestico.
Commerzbank: le posizioni del governo sull’operazione di Unicredit
Il governo tedesco intanto prepara le barricate. Venerdì scorso ha annunciato che non venderà altre azioni di Commerzbank “fino a un nuovo avviso”. Questo significa che l’obiettivo è lasciare indipendente l’azienda di credito? Il tentativo potrebbe essere quello, dal momento che già da subito Berlino non ha gradito il modus operandi di Unicredit. La società guidata da Andrea Orcel ha effettuato due settimane fa l’acquisto del 9% del rivale tedesco: la metà delle azioni attraverso l’accelerated book building relativo alla quota detenuta dallo Stato tedesco e l’altra metà mediante operazioni sul mercato. Il governo, che al momento detiene ancora una partecipazione del 12% in Commerzbank, ha accusato la società guidata da Andrea Orcel di aver agito nell’ombra senza un pre-avvertimento. Unicredit si è difesa osservando come le autorità tedesche fossero da tempo a conoscenza di ciò che stava per fare la banca.
Ora il governo del cancelliere Olaf Scholz sembra condividere le preoccupazioni del management di Commerzbank e alcuni importanti funzionari chiedono che i prestiti al Mittelstand siano salvaguardati in caso di crisi. Gae Aulenti, viceversa, considera infondate tali paure. “Entrambe le banche hanno una storia e una tradizione simili con il Mittelstand e apprezziamo e prendiamo sul serio il nostro ruolo lì”, ha riferito Unicredit. “Il legame sarebbe un’ottima combinazione e creerebbe valore aggiunto”.
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