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“Non-vita” è il termine che meglio descrive l’esistenza dei docenti precari nella scuola italiana. È quanto emerge dalla lettera di una docente meridionale inviata a Fanpage che ha deciso di raccontare la sua esperienza di lavoro. La sua storia è segnata da incertezze, difficoltà economiche e burocratiche che sembrano non avere fine.
La docente, che ha chiesto di rimanere anonima, racconta di come abbia iniziato a lavorare nella scuola con un contratto precario, senza sapere se e quando sarebbe stato rinnovato. La sua situazione non è un’eccezione, ma la norma per molti docenti precari che lavorano nella scuola italiana.
La lettera denuncia le difficoltà economiche che i docenti precari devono affrontare. La docente racconta di come abbia dovuto aspettare mesi per ricevere lo stipendio e di come abbia dovuto anticipare soldi per pagare le bollette e le spese quotidiane. La sua situazione è aggravata dal fatto che la scuola non le fornisce alcun sostegno economico per la formazione e l’aggiornamento professionale.
La burocrazia è un altro ostacolo che i docenti precari devono affrontare. La docente racconta di come abbia dovuto compilare moduli e documenti per poter lavorare e di come abbia dovuto aspettare mesi per ricevere le risposte. La sua situazione è aggravata dal fatto che la scuola non le fornisce alcun sostegno per la gestione della burocrazia.
La lettera denuncia anche le condizioni in cui lavorano i docenti precari. L’insegnante racconta di come abbia dovuto lavorare in classi sovraffollate e di come abbia dovuto gestire situazioni difficili senza alcun sostegno. La sua situazione è aggravata dal fatto che la scuola non le fornisce alcun sostegno per la gestione della classe e per la sicurezza dei bambini.
La lettera conclude con un appello ai politici e ai dirigenti scolastici per chiedere un cambiamento. La docente chiede che i docenti precari siano trattati con dignità e rispetto e che siano forniti di tutti gli strumenti necessari per poter lavorare in condizioni di sicurezza e di serenità
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