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Lavoro stagionale: cos’è e com’è regolamentato #adessonews

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I lavoratori stagionali hanno delle caratteristiche precise e come per ogni rapporto di lavoro hanno anche specifiche tutele

Ogni anno, in alcuni settori lavorativi ci sono dei picchi di richiesta di manodopera. Questo è dovuto al fatto che molte delle attività, in particolare legate all’agricoltura e al turismo, hanno carattere stagionale.

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I lavoratori stagionali hanno una disciplina che a volte è diversa rispetto ai normali contratti di lavoro a tempo determinato, ma non per questo sono meno tutelati dalla legge. Anche se si parla di lavoro stagionale solo durante la stagione estiva, è bene specificare che può essere utilizzato durante tutto l’anno.

In questo articolo partiremo dalla definizione di lavoratore stagionale e spiegheremo poi come funziona questo tipo di rapporto di lavoro e quali sono le tutele.

Cos’è un lavoro stagionale? 

A volte capita che nel mondo del lavoro la definizione legislativa di un istituto venga superata e rielaborata dal linguaggio quotidiano e dai mezzi di informazione. Quella del “lavoro stagionale” è sicuramente una delle definizioni più “filtrate” dell’intero ordinamento. 

Con ”lavoro stagionale”, infatti, comunemente ci si riferisce a due tipi di lavoro che in realtà sono diversi: da un lato il vero “lavoro stagionale” con le proprie specificità ed eccezioni, dall’altro un ordinario rapporto a termine eseguito durante le stagioni estive o invernali

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In questo articolo parleremo del “lavoro stagionale” vero e proprio, analizzeremo le peculiarità e gli aspetti in comune con gli altri rapporti di lavoro.

Quali sono i lavori stagionali?

Per “lavoro stagionale” spesso si intende un lavoro durante la stagione estiva o invernale. In realtà, la legge individua alcune precise ipotesi di attività stagionali, che non necessariamente sono lavori invernali stagionali o lavori stagionali estivi.

L’art. 21 del d.lgs. 81/2015 prevede che l’individuazione delle attività stagionali sia operata da un decreto del ministero del lavoro o dai contratti collettivi, nel frattempo si fa ancora riferimento al d.p.r. 1525/1963, che elenca una serie di attività stagionali in senso stretto o stagionali per loro natura. Le attività elencate riguardano principalmente tre settori: agricoltura, turismo e servizi.

Tuttavia, i contratti collettivi e gli accordi aziendali, a seconda dei vari settori produttivi, possono individuare altre e diverse attività stagionali non ricomprese nell’elenco del d.p.r. 1525/1963.

Ad esempio, Il CCNL Terziario Confcommercio, il contratto più utilizzato nel settore, alle figure già elencate dalla legge aggiunge le attività:

  • legate all’aumentare della domanda per esigenze cicliche, come eventi climatici, religiosi o tradizionali;
  • dovute all’intensificazione dei flussi turistici in concomitanza con eventi, fiere o ricorrenze;
  • svolte in unità locali, aperti come filiali di imprese, per determinati periodi dell’anno.

Come può essere assunto un lavoratore stagionale? 

Abbiamo visto che la legge o i contratti collettivi nazionali e aziendali possono prevedere le singole attività per le quali è possibile assumerti come “lavoratore stagionale”

Per quanto riguarda la tipologia contrattuale, la forma tradizionale è quella del contratto a tempo determinato. Per te, in quanto lavoratore stagionale, la legge prevede delle apposite deroghe alla disciplina generale del contratto a termine proprio per favorire la tua assunzione.

Attenzione: se un datore di lavoro ti assume per attività che non rientrano in quelle indicate dalla legge o dal contratto come “stagionali”, si tratta di un ordinario rapporto a termine, che segue le regole generali.

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Puoi ricevere anche una proposta di lavoro stagionale part time: è molto diffuso l’utilizzo di questa tipologia di rapporto a orario ridotto nel caso di attività che devono essere eseguite in un arco temporale più breve rispetto all’orario di lavoro pieno.

Puoi essere assunto anche con lavoro stagionale a chiamata? No, il lavoro a chiamata – tecnicamente “lavoro intermittente” – è una particolare forma di rapporto di lavoro, che può essere a sua volta a tempo indeterminato o determinato. 

Potresti ricevere una proposta per questa modalità di lavoro per lo svolgimento di determinate attività che, in alcuni casi – come nel turismo o nel commercio – possono essere le stesse per le quali è possibile utilizzare il rapporto di lavoro stagionale. In ogni caso, si tratta di due diversi rapporti e che non possono essere sovrapposti.

Quando vieni assunto, comunque, devi distinguere tra le seguenti tipologie, a seconda della tua nazionalità:

  • nazionalità italiana: il lavoro stagionale è compatibile con tutte le forme di contratto di lavoro subordinato. La forma più utilizzata è quella del lavoro a tempo determinato, per la quale però non valgono i limiti relativi alle causali e al rispetto di una durata massima;
  • extra-comunitari: il datore di lavoro dovrà richiedere il nulla osta di assunzione allo Sportello unico per l’immigrazione della Provincia di residenza. Questo avrà durata pari a quella del lavoro stagionale richiesto e verrà rilasciato nel rispetto del Decreto Flussi emanato annualmente;
  • comunitari: non è richiesta alcuna procedura di autorizzazione e di assunzione particolare in quanto i lavoratori degli Stati membri possono circolare liberamente nello spazio europeo.

Contratto stagionale: cosa prevede nel 2024? 

Il tipo di rapporto di lavoro stagionale più diffuso è quello del contratto a termine: possiamo affermare che il contratto stagionale è un contratto a termine legato a determinate esigenze produttive e aziendali e spesso eseguito in un più ristretto arco temporale, solitamente qualche mese dell’anno. 

Per vedere in concreto come funziona il lavoro stagionale devi partire dalle regole generali sul contratto a tempo determinato.

Dopo le modifiche del 2015, le assunzioni a termine sono ammesse solo con precisi limiti di durata e in presenza di determinate circostanze. In via generale, l’azienda è libera di assumerti a tempo determinato se il contratto ha una durata inferiore ai 12 mesi e se è il loro primo contratto firmato con te.

Diversamente, se il contratto ha una durata più lunga o se hai già lavorato in precedenza con la stessa azienda, devi vedere una delle causali previste dalla legge, ossia:

  • esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività;
  • esigenze di sostituzione di altri lavoratori;
  • esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell’attività ordinaria.

I lavori stagionali hanno diverse regole: queste eccezioni permettono alle aziende stagionali di poterti assumere più facilmente a tempo determinato.

Vediamo le deroghe più importanti:

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  • la durata del rapporto: per queste attività non si applica il limite di durata di 24 mesi, significa che puoi essere assunto più volte da un’azienda stagionale e la durata di tutti i contratti può superare i 24 mesi;
  • proroghe o rinnovi del contratto: non si applica la norma sull’obbligo di causali; ciò significa che puoi essere assunto nuovamente, anche in corso d’anno e anche nell’anno successivo, senza che sussistano i requisiti di legge previsti per la disciplina ordinaria;
  • stop and go: sempre in caso di rinnovo del contratto, l’azienda non deve rispettare alcun intervallo di tempo tra un contratto e quello successivo.

Contratto stagionale: pro e contro 

Come per tutte le questioni che riguardano il mondo del lavoro, non è possibile dare una risposta generale sui pro e i contro del lavoro stagionale. Ogni valutazione deve sempre tenere in considerazione le tue aspettative ed esigenze, che possono variare a seconda dell’età, delle possibilità di carriera e la zona in cui risiedi. 

Ci sono però alcuni aspetti oggettivi. Innanzitutto, il lavoro stagionale offre un numero molto importante di posti di lavoro, legati soprattutto alla vocazione turistica (estiva e invernale) del nostro Paese e al mondo dell’agricoltura e delle coltivazioni

D’altro canto, si tratta di rapporti di lavoro che, proprio a causa della loro natura stagionale, sono di durata limitata e non permettono un reddito per tutto l’anno.

Diverso è il discorso se si considerano le esigenze dell’azienda. Sotto questo punto di vista, la disciplina del lavoro stagionale consente all’impresa di assumere i dipendenti proprio in funzione delle specifiche necessità legate alla stagionalità; le deroghe alla disciplina dei contratti a termine è uno strumento utile per poter avere il personale adatto per affrontare le stagioni e i vari picchi di lavoro.

Contratto stagionale: qual è lo stipendio

Lo stipendio di un lavoratore stagionale è lo stesso di quello di un dipendente che lavoro tutto l’anno. Nella generalità dei casi non c’è alcuna differenza tra le retribuzioni percepite da uno stagionale rispetto ad un collega che lavora tutto l’anno. Lo stipendio è per tutti quello previsto dal contratto collettivo. Secondo gli ultimi dati INPS sul lavoro stagionale, a fronte di una media di 114 giornate lavorate, la retribuzione media è di circa 8.000 euro.

Lavoro stagionale comprende vitto e alloggio? 

No, dal punto di vista normativo non è previsto alcun diritto dello stagionale a ricevere un posto letto e i pasti giornalieri. Ciò significa che l’azienda non è obbligata a fornirti un alloggio e il vitto. In alcuni casi, tuttavia, lo stesso datore di lavoro ti mette a disposizione alloggi comuni e vitto.

Invece, rispetto agli assunti a tempo indeterminato, in quanto lavoratore stagionale, comunque, godi anche di particolari tutele.  Tra le più importanti, è da citare il diritto di precedenza verso le nuove assunzioni a tempo determinato da parte del tuo datore di lavoro per le attività stagionali future: entro un determinato termine, puoi comunicare all’azienda la tua intenzione di esercitare il diritto di precedenza e in questo modo il datore di lavoro è tenuto ad assumerti nel caso in cui intenda procedere con nuove assunzioni a termine.

Come si chiedono le dimissioni da un contratto stagionale? 

Innanzitutto, non è necessario “chiedere” le dimissioni. Le dimissioni si rassegnano con le modalità previste dalla legge. Attenzione però a un aspetto molto importante: il lavoro stagionale è un contratto a termine e dunque non ti è consentito rassegnare le tue dimissioni, tranne che nei casi di dimissioni per giusta causa

Significa che non ti è consentito nemmeno dimetterti con il preavviso. Cosa succede dunque se ti dovessi dimettere? L’azienda potrebbe chiederti il risarcimento del danno per aver interrotto il rapporto prima della scadenza stabilita nel contratto.

 

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Leggi anche:

Le regole per i contratti a termine

Dimissioni contratto a termine

Lavoro a chiamata: tutto quello che c’è da sapere



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