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napoli. “Sono trascorsi decenni nella speranza che l’area di Bagnoli potesse essere finalmente rilanciata e valorizzata, invece scopriamo che il progetto del Governo prevede la realizzazione di un secondo scolmatoio fognario nel Parco sommerso della Gaiola, che è un sito unico, riconosciuto come zona protetta di conservazione e patrimonio a livello nazionale e internazionale”. A dirlo è la consigliera regionale di Europa Verde-Demos Roberta Gaeta, presentando in Consiglio la mozione dal titolo ‘Iniziative regionali finalizzate alla salvaguardia della Zona Speciale di Conservazione IT8030041 – Fondali marini di Gaiola e Nisida’, approvata dall’aula all’unanimità.
“Alla Giunta regionale ho chiesto di salvaguardare, per quanto di sua competenza, il Parco sommerso della Gaiola – spiega Gaeta – Ci sono state sollecitazioni da parte degli esperti, a cominciare dal presidente del Parco, ma anche dai ricercatori della Stazione zoologica Anton Dohrn, che hanno motivato il perché della loro contrarietà a un progetto che danneggerebbe irrimediabilmente un sito così importante. Oltre alla preoccupazione di tanti esperti, tanti cittadini hanno rilevato un rischio concreto e si sono mobilitati per chiedere al Ministero dell’Ambiente e ad Invitalia di modificare questo progetto”.
Gaeta fa notare che nei giorni scorsi, “con il maltempo, per ben sei volte si sono verificate delle conseguenze a causa delle acque reflue. Oltre che dal punto di vista ambientale – prosegue – anche sul piano della salute dei cittadini questa situazione è assolutamente preoccupante perché le persone, ignare di questa situazione, sono andate al mare nei giorni scorsi e non hanno potuto rendersi conto di eventuali rischi”.
La consigliera regionale chiede quindi che “vengano rafforzati altri impianti che non confluiscono nel Parco Marino della Gaiola, dove ci sono già impianti moderni finanziati proprio dalla Regione, che in questo modo potrebbero essere ottimizzati. Mi auguro che si mettano in campo azioni correttive di un progetto che in questi termini non è sostenibile”, conclude Gaeta.
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