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Nuovi pensionati stabili: nel 44% dei casi si tratta di pensioni assistenziali
Stabilità nei flussi dei nuovi pensionati, ma importante crescita del monte imponibile previdenziale, vale a dire la somma delle retribuzioni da lavoro dipendente e dei redditi da lavoro autonomo, somma dalla quale l’Inps incamera i rispettivi contributi previdenziali. È questo quanto emerge dalla lettura del rapporto annuale dell’Istituto, relativo al 2023. I nuovi pensionati sono infatti circa 1,5 milioni, in linea con il dato del 2022. Il 56% dei nuovi assegni è supportato da un volume adeguato di contribuzione personale, mentre il 44% è riferito a sostegni a carattere assistenziale. Rispettivamente, parliamo di importi medi di poco meno di 1.300 euro per le pensioni contributive e di 483 euro per le pensioni assistenziali. Sempre nel 2023, cresce in maniera importate il monte imponibile previdenziale che arriva a sfiorare i 680 miliardi di euro; l’aumento è del 3,5% rispetto al 2022 e superiore all’11% con riferimento al 2021. Nello specifico, l’imponibile previdenziale del lavoro dipendente sale del 5,9%, mentre cala quello del lavoro autonomo, che quota 84,4 miliardi di euro. Si tratta di numeri molto interessanti che arrivano alla vigilia dell’incontro di Palazzo Chigi fra il ministro Giancarlo Giorgetti e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e delle altre parti sociali che avrà come tema centrale il Piano strutturale di bilancio, atto propedeutico che anticipa la manovra finanziaria.
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