La Banca centrale cinese lima al 2% tassi su prestiti #adessonews

PECHINO (awp/ats/ans) – La Banca centrale cinese (Pboc) si muove ancora e allenta di 30 punti base, dal 2,3% al 2%, il tasso sui prestiti a medio termine (Mlf) a un anno, tra gli strumenti primari usati per prestare denaro alle istituzioni finanziarie.

L’iniziativa è maturata all’indomani del composito pacchetto di misure presentato dal governatore, Pan Gongsheng, con lo scopo di risollevare la crescita e di centrare l’obiettivo ufficiale di Pechino del 2024 di un Pil di “circa il 5%”.

Di riflesso, le Borse di Hong Kong (+0,68%, dal massimo intraday di oltre il 3%), Shanghai (+1,16%) e Shenzhen (+1,24%) hanno proseguito il rally a un passo più lento rispetto al +4% circa di ieri, facendo meglio dell’incertezza dei listini asiatici: hanno beneficiato di quanto comunicato da Pan secondo cui la Pboc avrebbe introdotto programmi per rilanciare la crescita e “promosso l’espansione di consumi e investimenti”.

Tra le misure presentate, l’attenzione degli analisti è caduta sulla riduzione di 50 punti base della quantità di denaro che le banche devono tenere in riserva e sull’abbassamento dei tassi di interesse per i mutui esistenti.

La prima mossa inietterebbe circa 1’000 miliardi di yuan (142 miliardi di dollari) di liquidità a lungo termine sui mercati finanziari. La seconda andrebbe invece a beneficio di 150 milioni di persone in tutta la Cina, oltre ad abbassare “la bolletta media annuale degli interessi delle famiglie di circa 150 miliardi di yuan”.

Attenzione, inoltre, anche per un “programma di swap” da chiarire che darebbe alle aziende la possibilità di acquisire liquidità dalla Banca centrale, “migliorando in modo significativo” la loro capacità di accedere ai fondi.

Ma gli analisti hanno avvertito che sarebbero necessarie azioni molto più nette dati i venti contrari che la Cina sta affrontando, tra il settore immobiliare, i deboli consumi, il rischio deflazione e la disoccupazione giovanile al 18,8%.

Stephen Innes, di SPI Asset Management, ha osservato che “abbiamo visto molte misure di sostegno immobiliare quest’anno, sufficienti a creare un’ammaccatura alla crisi in corso”. Le ultime mosse, ha scritto Innes in una nota, “sono promettenti, ma sembra di essere ancora in attesa dell’evento principale”.