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Casa, il Fisco non ha pietà: le tasse arrivano alle stelle | Se la tua è in questa lista ti costerà un patrimonio #adessonews

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Attenzione a questa tassa che va pagata. Non tutti la conoscono.

Quando si possiede una seconda casa, uno degli aspetti principali da considerare è il peso fiscale che questa comporta. Le tasse da versare non riguardano solo l’acquisto, ma anche il mantenimento dell’immobile. In particolare, le imposte possono essere sensibilmente più alte rispetto a quelle previste per l’abitazione principale. Ogni mese, o comunque periodicamente, i proprietari di seconde case devono fare i conti con pagamenti che includono Imu, Irpef e Tari, il che può diventare un peso economico considerevole.

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L’Imu è tra le principali tasse che gravano sulla seconda casa. Nonostante l’abitazione principale sia esente, la seconda casa è soggetta a questa imposta municipale che viene calcolata sulla base della rendita catastale dell’immobile. Le aliquote variano da Comune a Comune, con un valore che può oscillare tra l’8,6 e il 10,6 per mille. Questa tassa è particolarmente pesante, poiché deve essere versata annualmente e l’importo può cambiare in base alle decisioni locali.

Anche la Tari, la tassa sui rifiuti, incide sulle spese legate al mantenimento di una seconda casa. A differenza dell’Imu, la Tari si paga sia per la prima che per la seconda casa, e viene calcolata in base alla superficie dell’immobile e al numero di occupanti. Ciò che rende questa tassa particolarmente gravosa è che va pagata anche su immobili sfitti o utilizzati solo occasionalmente, poiché si presume che, potenzialmente, possano comunque produrre rifiuti.

In alcuni casi, anche l’Irpef si aggiunge al carico fiscale. Quando la seconda casa si trova nello stesso Comune dell’abitazione principale e rimane non affittata, il proprietario è obbligato a versare l’Irpef calcolata sulla rendita catastale rivalutata del 5%, aumentata di un terzo. Questa doppia tassazione viene applicata per scoraggiare il mantenimento di immobili sfitti e favorire il mercato degli affitti, ma può rappresentare un aggravio notevole per chi non riesce a trovare inquilini.

Le tasse principali sulla seconda casa

Le imposte da pagare sulla seconda casa includono quindi un insieme di fattori, tra cui Imu, Tari e in alcuni casi Irpef. Queste tasse, combinate tra loro, costituiscono una stangata significativa che deve essere considerata attentamente al momento dell’acquisto di un immobile diverso dalla prima abitazione.

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Oltre a queste tasse, va tenuto conto anche di altri costi correlati, come quelli di gestione ordinaria e straordinaria dell’immobile. Ad esempio, le spese di manutenzione, le utenze e le eventuali assicurazioni sulla casa possono contribuire a far lievitare i costi complessivi. Inoltre, va considerato che se la seconda casa è situata in località turistiche, potrebbero esserci ulteriori imposte locali, come la tassa di soggiorno o contributi aggiuntivi decisi dalle amministrazioni locali. Questi fattori, sommati all’imposizione fiscale già rilevante, rendono il possesso di una seconda casa un impegno economico non indifferente.

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Quando scatta la doppia tassazione

La doppia tassazione diventa un problema quando la seconda casa non viene affittata e si trova nello stesso Comune dell’abitazione principale. In questi casi, oltre all’Imu, il proprietario è soggetto anche al pagamento dell’Irpef. Questo avviene perché il reddito derivante dalla rendita catastale dell’immobile, anche se non locato, concorre alla formazione della base imponibile Irpef. La normativa prevede che il proprietario debba versare il 50% dell’Irpef calcolata sulla rendita catastale rivalutata del 5% e aumentata di un terzo, aggravando ulteriormente il carico fiscale.

Questo meccanismo di tassazione è stato introdotto per incentivare i proprietari a mettere in affitto le seconde case, evitando di tenerle sfitte. Tuttavia, per chi possiede immobili non facilmente affittabili o che preferisce mantenerli a disposizione per usi occasionali, come case per le vacanze, la doppia tassazione diventa un pesante onere. In molte situazioni, questo può portare a un aumento significativo delle spese annuali legate al mantenimento della proprietà, spingendo alcuni proprietari a riconsiderare l’investimento in seconde case o a cercare soluzioni per evitare questa imposizione fiscale.



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