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“La materia è complessa, serve un affinamento” per “arrivare a un prodotto definito che regga”. Così ieri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano ha cercato di giustificare il mancato accordo nel Consiglio dei ministri sul nuovo Decreto flussi. Il testo del Dl era arrivato ieri in Consiglio dei ministri ma, dopo ore di discussione, la sua approvazione è stata rimandata al prossimo Cdm, il 2 ottobre.
Tra le norme più contestate quelle sul coordinamento degli aerei delle Ong impegnati nella ricerca di migranti nel Mediterraneo, una stretta simile a quella ideata per colpire le navi della Organizzazioni internazionali.
La bozza prevede multe da 2mila e fino a 10mila euro per gli aerei, “anche a pilotaggio remoto” che effettuano abitualmente – “attività non occasionale” – di ricerca di migranti in mare senza segnalare le operazioni in corso alle autorità competenti. Aerei, “anche a pilotaggio remoto” che “partendo o atterrando nel territorio italiano” effettuano attività “non occasionale” di ricerca migranti “hanno l’obbligo di informare di ogni situazione di emergenza in mare, immediatamente e con priorità, l’Ente dei servizi del traffico aereo competente e il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo responsabile per l’area in cui si svolge l’evento, i Centri di coordinamento del soccorso marittimo degli Stati costieri responsabili delle aree contigue”.
I richiedenti asilo hanno l’obbligo di “cooperare” con le autorità preposte per l’accertamento della loro identità e di “esibire o produrre gli elementi relativi all’età, all’identità, alla cittadinanza” ai Paesi in cui ha soggiornato in precedenza e “consentendo, se necessario, l’accesso” ai telefoni cellulari (“dispositivi elettronici mobili”, nel testo della bozza) in suo possesso. In caso di inosservanza, si potrà chiedere l’autorizzazione al giudice di pace territorialmente competente.
Per il 2025, ogni datore di lavoro “persona fisica” può presentare un numero di richieste di nulla osta al lavoro “non superiore a te”, limite che, però, non si applica “alle richieste trasmesse dalle organizzazioni dei datori di lavoro della categoria di riferimento”.
La bozza prevede la possibilità di espulsione per stranieri che siano stati condannati, anche in via non definitiva, per il “delitto di inetrmediazione e sfruttamento del lavoro”. Se nel corso di eventuali indagini delle forze dell’ordine di contrasto al caporalato, “siano accertate situazioni di violenza o abuso o comunque di sfruttamento del lavoro” nei confronti di un migrante e quest’ultimo forniscas un contributo utile alle indagini, il “questore, su proposta dell’autorità giudiziaria, rilascerà “con immediatezza un permesso di soggiorno per consentire alla vittima e ai membri del suo nucleo familiare di sottrarsi alla violenza o allo sfruttamento”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti sulla prossima apertura dei centri in Albania, ha chiarito che la realizzazione dei centri “ha conosciuto difficoltà per la natura del terreno, problematiche emerse in corso d’opera ed eventi atmosferici sfavorevoli avvenuti sia ad agosto che qualche giorno fa. Al più tardi entro la prima decade di ottobre” la struttura “sarà consegnata per i collaudi e dopo qualche giorno pienamente operativa”. Lo ha detto il sottosegretario Alfredo Mantovano a Palazzo Chigi.
Cittadinanza: “Oggi le emergenze sono altre”
“Prima di arrivare a parlare di cittadinanza, posto che il sistema attuale funziona e ha numeri rilevanti e di tutto rispetto in comparazione con altre nazioni europee, ci interessa che chi arriva in Italia abbia un contratto di lavoro, abbia una protezione contributiva e di sicurezza sul lavoro e non sia sfruttato in nero, questa è l’emergenza in questo momento, poi del resto se ne può parlare ma non è all’ordine del giorno del Cdm”. Ha detto, ancora, il sottosegretario rispondendo a una domanda su come valutasse l’attuale legge sulla cittadinanza. “Dobbiamo fare un passo dietro l’altro – ha aggiunto Mantovano -, oggi dobbiamo provare a tenere il contenimento degli arrivi irregolari, i numeri descrivono un abbattimento di 2/3 rispetto allo scorso anno e di un terzo rispetto al 2022, ma soprattutto dobbiamo garantire che gli ingressi regolari siano realmente tali e non siano realtà fittizie in aggiramento alle norme esistente, come l’esposto che la presidenza del Consiglio ha presentato a giugno, ha dimostrato”, ha sottolineato Mantovano.
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