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addio al bonus che aveva svoltato il settore #adessonews

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Il bonus di 500 euro, finora destinato all’aggiornamento dei docenti, subirà una riduzione significativa. Ecco le novità e il futuro della Carta del Docente.

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La Carta del Docente, uno strumento pensato per sostenere l’aggiornamento professionale degli insegnanti di ruolo, vedrà una progressiva riduzione del proprio importo fino alla sua possibile eliminazione. Introdotta nel 2015 con la Legge 107, la Carta del Docente è stata un supporto fondamentale per permettere ai docenti di investire in formazione, libri e strumenti utili all’aggiornamento didattico. Tuttavia, i recenti cambiamenti previsti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito ne ridimensioneranno il valore già a partire da quest’anno.

Secondo quanto comunicato dalla FLC CGIL, la riduzione del bonus sarà graduale e culminerà con la cancellazione totale entro pochi anni. Questa decisione non è solo una questione di bilancio: le risorse risparmiate verranno destinate ad altre iniziative educative, con lo scopo di migliorare la qualità dell’insegnamento e incentivare la formazione di nuovi docenti. Ma cosa significa tutto questo per chi è già in cattedra?

Le nuove riduzioni e le prospettive future

Per il 2023, il valore della Carta del Docente verrà ridotto di 75 euro, portando l’importo totale a 425 euro rispetto ai 500 euro iniziali. Nei prossimi anni, ci saranno ulteriori tagli che porteranno l’importo al di sotto dei 400 euro entro il 2027. Questo trend riflette una precisa volontà di destinare sempre meno fondi a questo bonus, fino a raggiungere una cancellazione completa.

Ma perché si sta scegliendo di ridurre le risorse proprio in un settore così cruciale? Il Ministero ha chiarito che i fondi verranno riallocati per supportare altre aree dell’istruzione, tra cui la formazione dei futuri insegnanti e i percorsi di tutoraggio per chi aspira a entrare stabilmente nella professione. In particolare, saranno destinati 19 milioni di euro nel 2024 e 50 milioni di euro nel 2025 per il tutoraggio e la formazione dei nuovi docenti.

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Quali sono le finalità dei nuovi fondi?

Le risorse tolte dalla Carta del Docente saranno utilizzate in diverse aree strategiche dell’istruzione. In primo luogo, andranno a finanziare la formazione dei docenti già di ruolo, introducendo premi e incentivi al termine dei corsi di aggiornamento. Saranno inoltre create nuove opportunità per i docenti stabilmente incentivati, con un budget di 40 milioni di euro a supporto di tali iniziative.

Questi cambiamenti rappresentano una vera e propria trasformazione della politica formativa in Italia: da una misura universale rivolta a tutti i docenti di ruolo, si passa a un approccio più selettivo, mirato a premiare e formare i nuovi ingressi e i docenti più motivati a continuare a crescere professionalmente.

E i docenti precari?

La situazione si complica ulteriormente se si considerano i docenti precari. Nonostante diverse sentenze favorevoli del Giudice del Lavoro, molti di loro non hanno ancora avuto accesso ai 500 euro annui della Carta del Docente. Questo gruppo di insegnanti, spesso in condizioni contrattuali instabili e con poche tutele, vede la possibilità di accedere alla Carta come un importante strumento per migliorare le proprie competenze e avere un sostegno nella preparazione ai concorsi per i ruoli di cattedra.

La FLC CGIL ha annunciato che il prossimo incontro con il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, sarà cruciale per discutere anche questo aspetto, avanzando richieste specifiche per accelerare le procedure di liquidazione della Carta ai precari e per garantire un accesso più equo a tutte le risorse formative.

Un futuro incerto per la formazione degli insegnanti

La riduzione della Carta del Docente pone numerosi interrogativi sul futuro della formazione degli insegnanti in Italia. Se da un lato si afferma di voler investire su chi è motivato a crescere e migliorare, dall’altro la riduzione del bonus potrebbe scoraggiare l’aggiornamento professionale tra coloro che, pur essendo di ruolo, non rientrano nei nuovi programmi incentivanti.

Questo cambiamento segna una svolta importante nella politica di sostegno alla professione docente. Resta da vedere come queste risorse verranno effettivamente utilizzate e se riusciranno a colmare le lacune attualmente presenti nel sistema di formazione. L’unica certezza, al momento, è che il prossimo confronto tra sindacati e Ministero sarà determinante per definire i contorni del nuovo scenario formativo.

L’eliminazione graduale della Carta del Docente comporta un cambiamento significativo nel panorama della formazione degli insegnanti. Per molti docenti di ruolo, l’addio a questo bonus rappresenta una perdita non solo economica, ma anche simbolica. Sarà fondamentale monitorare l’evoluzione della situazione e capire se le nuove iniziative riusciranno a compensare le mancate opportunità di aggiornamento che finora la Carta garantiva.

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In un contesto così dinamico e incerto, l’attenzione dovrà rimanere alta, per assicurarsi che il futuro della formazione degli insegnanti non subisca ulteriori ridimensionamenti e che anche i docenti precari possano finalmente trovare un riconoscimento adeguato.



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