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Arriverà alla fine del 2024 il cosiddetto «Bonus Natale» introdotto dal governo. La misura ha ricevuto nei giorni scorsi il via libera dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato, che hanno approvato l’emendamento dell’esecutivo di Giorgia Meloni al decreto omnibus. Il bonus sarà erogato una tantum e prevede una platea più ristretta di quanto si era ipotizzato nelle scorse settimane. Ma quanti sono i cittadini che potranno effettivamente beneficiare della misura? Se si considera che il costo a carico dello Stato è di circa 100 milioni di euro, scrive Claudia Voltattorni sul Corriere, significa che saranno circa un milione le persone che riceveranno il bonus.
I requisiti per chiedere il bonus
Il «Bonus Natale» può essere richiesto solo dai lavoratori dipendenti, con un reddito fino a 28mila euro, un coniuge e almeno un figlio a carico. Restano esclusi, dunque, lavoratori autonomi e pensionati, anche se con redditi inferiori a 28mila euro. Lo stesso vale per gli «incapienti», ossia coloro che dichiarano redditi sotto gli 8.500 euro e rientrano quindi nella «no tax area». Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, ha chiarito che il bonus potrà essere richiesto anche dalle famiglie mono-genitoriali, qualora l’altro genitore sia mancante e ci sia almeno un figlio a carico. Restano esclude però le coppie di fatto: per ricevere i 100 euro stanziati dal governo deve esserci un legame ufficiale, a prescindere che si tratti di matrimonio o unione civile.
Le critiche di opposizioni e sindacati
Tutti questi paletti hanno suscitato non poche critiche da parte di opposizioni e sindacati. La Cgil parla di «mancia discriminatoria», mentre Antonio Misiani, senatore del Partito democratico, accusa il governo di escludere dal bonus «la parte più fragile dei contribuenti, che più avrebbe bisogno di sostegno, e le famiglie di fatto». Critico anche Carlo Calenda, leader di Azione, che qualche giorno fa su X scriveva: «Gioite sudditi! Giorgia I, la misericordiosa, ha deciso di farvi un regalino di Natale. Cento euro una tantum. Unico peccato è che siano soldi vostri. Ma perché sottilizzare, accontentiamoci su».
Credits foto di copertina: ANSA/Filippo Attili
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