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In una mossa audace destinata a rivoluzionare il settore immobilare e a offrire un sollievo alle famiglie gravate dai debiti, la Banca centrale cinese (Pboc) ha annunciato una significativa riduzione dei tassi di interesse sui prestiti immobiliari esistenti. L’istituto di credito superiore ha mandato direttive chiare alle banche commerciali del Paese: entro il 31 ottobre, esse dovranno aver applicato un abbattimento dei tassi di almeno 30 punti base sotto il livello del tasso di prestito primario (Lpr), che funge da riferimento principale per i mutui.
Questa iniziativa si inserisce in un quadro più ampio di politiche volutamente espansive, che includono anche la riduzione dei depositi cauzionali richiesti per l’acquisto di abitazioni, e rappresenta l’ultima delle strategie implementate per soccorrere un mercato immobiliare in profondo turbamento, che continua a rappresentare un ostacolo significativo per l’economia nazionale.
Nei mesi precedenti, città come Guangzhou hanno eliminato tutte le restrizioni agli acquisti immobiliari, mentre hub economici del calibro di Shanghai e Shenzhen hanno allentato i vincoli per gli acquirenti non residenti e abbassato le soglie minime di acconto per i nuovi acquirenti al 15%. Queste misure si affiancano ora al taglio dei tassi sulla restante quota di mutui, instaurando un circolo virtuoso che potrebbe finalmente riportare ossigeno in un settore asfittico.
Le preoccupanti mercurialità del mercato erano state già evidenziate dai dati di inizio settembre, che segnalavano un calo del 18% nelle vendite e una diminuzione dei prezzi delle abitazioni di nuova costruzione al ritmo più marcato degli ultimi nove anni, registrato ad agosto 2024. Queste cifre hanno acceso i riflettori su una crisi che non solo infligge danni ai possessori di immobili ma depressa l’intera economia cinese, alimentando incertezze e ristagni nel consumo domestico.
La riduzione del tasso sui mutui, pertanto, non si presenta solo come un ammortizzatore finanziario per i mutuatari, ma anche come un tentativo di riattivare la domanda in un segmento chiave dell’economia. La Pboc, con una nota lucida, ha sottolineato le lacune del meccanismo di determinazione dei tassi dei mutui esistenti, suggerendo l’urgenza di adeguamenti e ottimizzazioni sistemiche.
Le principali banche statali, inclusa Industrial and Commercial Bank of China e China Construction Bank, hanno prontamente garantito il loro impegno nel seguente la Direzione della Banca centrale, predisponendosi a una revisione ordinata delle condizioni dei prestiti immobiliari in essere.
Parallelamente a queste modifiche sui mutui, la Pboc ha ulteriormente esteso le misure di sostegno allo sviluppo immobiliare e ai prestiti fiduciari per gli sviluppatori fino al termine del 2026, una decisione che puntella la volontà di consolidare il finanziamento del settore edilizio.
Il fermento scatenato da tali proclami ha risvegliato anche i mercati azionari cinesi, con l’indice Composite di Shanghai e quello di Shenzhen che hanno registrato rispettivamente aumenti del 5,70% e dell’8,32%; l’Hang Seng di Hong Kong ha seguito il trend con un solido +3,34%.
In conclusione, la decisione della Banca centrale cinese di intervenire drasticamente sui tassi dei mutui esistenti riflette non solo la necessità di affrontare un’urgenza economica, ma anche l’intenzione di ristabilire fiducia e stabilità in uno dei pilastri fondamentali dell’economia nazionale. I mercati hanno risposto con entusiasmo, ma sarà il medio termine a rivelare l’efficacia reale di queste manovre ottimistiche.
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