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(AGENPARL) – Roma, 30 Settembre 2024
(AGENPARL) – lun 30 settembre 2024 [image: image.png]
*Comunicato Stampa*
*Siracusa*
*30 Settembre 2024*
*Fuori dal G7 Agricoltura, “Per salvare l’agricoltura e la pesca – in
Italia e in Europa – bisogna superare il modello neoliberista”*
“Secondo i dati Istat, più del 95% delle aziende agricole italiane sono
condotte a livello famigliare, mentre secondo fonti della Unioncamere, in
Italia chiudono decine di migliaia di aziende del settore primario ogni
anno, rilevando nei primi otto mesi di quest’anno una cancellazione record
di oltre 26.000 imprese con tantissime aziende già espropriate e vendute
all’asta. Dato in accelerazione rispetto al trend che ha visto chiudere in
pochi decenni oltre il 50% delle imprese agricole. Dal 1996 le aziende
della pesca passano da 23.000 imprese circa a 11.700 circa (anche qui il
50%), in una crisi economica tale per cui il bando che finanzia la
rottamazione dei motopescherecci che si sta chiudendo proprio oggi, 30
settembre 2024 – 74 milioni di euro di fondi pubblici – sta raccogliendo
l’adesione di circa 400 imprese che perderemo presto.” È questo l’incipit
del documento di Alleanza sociale per la sovranità alimentare redatto a
Siracusa durante la tre giorni di Forum “Fuori dal G7, Contro il Wto, per
un Commercio Giusto e per la Nuova Riforma di Agricoltura e Pesca”.
E la crisi dell’agricoltura italiana è certificata anche dal dato del
Prodotto interno lordo: “Mentre il Pil italiano nel 2003 è stato in
crescita, il valore aggiunto dell’agricoltura è diminuito del 3,5%
(perdendo circa un miliardo di euro) – si fa notare nel documento, che sarà
presto inviato con richiesta di incontro al ministro c dell’Agricoltura,
Francesco Lollobrigida, che ha presieduto il G7 Agricoltura di Siracusa.
Le crisi di questi anni, secondo l’assise di Siracusa tra oltre 40
associazioni e sindacati, è stata causata dal modello economico
neoliberista, scelto per gestire i processi di produzione, trasformazione e
commercializzazione: “quello delle banche, della GdO, delle Multinazionali
e del Wto che impone regole commerciali medioevali”.
Tanto è vero che “Chi cresce, in realtà, sono l’agroindustria e la
commercializzazione che vedono ampliare la loro capacità di produrre valore
aggiunto, mentre il settore primario perde, trascinando vaste aree del
Paese nella crisi lasciate sole da decenni a fare i conti con l’abbandono
dei territori, la desertificazione ambientale e social, gli effetti delle
crisi ambientali come le alluvioni – si legge ancora nel documento finale
del Forum adottato in assemblea e consegnato ad un gruppo di lavoro per la
stesura finale e la prossima pubblicazione.
Il documento chiede alla politica di passare dalle petizioni di principio
alle iniziative concrete che portino risultati. Tre gli obiettivi:
1) ottenere dall’Europa un cambio profondo di orientamenti restituendo
centralità all’agricoltura ed alla pesca e al Mediterraneo,
2) adottare in Italia ogni iniziativa possibile per favorire il reddito
delle imprese produttive piccole e medie piuttosto che l’agroalimentare
dell’agribusiness,
3) adottare in Italia una forte iniziativa di risanamento delle aziende
agricole scongiurando il dramma della debitoria delle imprese legata al
fallimento del modello imposto.
“Per parte nostra – è scritto ancora nel documento – lavoreremo nei
prossimi mesi perché su queste proposte si costruisca l’Unità degli
agricoltori e dei Pescatori impegnati da mesi contro la crisi e per dare
vita alla più ampia alleanza con i braccianti, i tecnici e i cittadini”.
Sulla base del documento del Forum, l’Assemblea nella Chiesa di Bosco
Minniti in Siracusa ha approvato la proposta che si costituisca una “Rete
Permanente di iniziativa per la Nuova Riforma dell’Agricoltura, della Pesca
e del diritto al cibo e al lavoro” dando mandato al Coordinamento
dell’Alleanza Sociale per la Sovranità Alimentare di convocare un incontro
per avviarne i lavori.
L’Assemblea ha anche adottato una risoluzione proposta da Altragricoltura
che impegna il movimento a sostenere, estendere e rafforzare le
mobilitazioni di contadini e cittadini in difesa del territorio ed a
partecipare a tre prime iniziative:
– la mobilitazione degli allevatori contro la crisi economica e per
l’eradicazione delle zoonosi (Brucellosi e Tubercolosi) e delle epizoozie
(Lingua Blu e Peste suina africana su tutte), anche per difendere i
territori delle aree interne dall’abbandono dei territori di cui i pastori
e gli allevatori sono spesso uno degli ultimi presidi.
– la mobilitazione per difendere i territori dal dilagare dell’eolico
selvaggio e per un modello della produzione energetica popolare e non in
mano all’agribusiness delle multinazionali e della speculazione energetica
(in particolare a sostegno della mobilitazione dei pastori, dei contadini e
dei cittadini sardi impegnati a scongiurare che l’isola diventi una
industria della produzione energetica industriale compromettendo il
territorio).
– il sostegno a iniziative unitarie per dare vita nelle aree alluvionate
dell’Emilia Romagna alla più forte risposta popolare di fronte ai ritardi
con cui si risponde ai problemi delle famiglie ed alle imprese rurali
alluvionate ed alla assenza di piani e azioni credibili di messa in
sicurezza del territorio e di prevenzi
Domenico Pelagalli
Giornalista Professionista – Studio a Capua
Privo
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