Quando il Superbonus ha interrotto lo spaccio della “Bisca” a Casal Bruciato #adessonews

Novembre 2023. Il freddo incombeva in città. Ma a gelare gli affari dello spaccio, a Casal Bruciato, c’ha pensato il Superbonus. Infatti, nel quartiere del Municipio IV dove gravitava la “Bisca”, la cui organizzazione è stata smantellata nel blitz dei carabinieri di ieri con l’arresto di sei persone (cinque in carcere, uno ai domiciliari), erano previsti i lavori di innovazione strutturale dell’edilizia popolare. Il che ha rappresentato un problema per il sodalizio criminale, che faceva del locale occupato di proprietà del Comune (e di un trilocale posto al terzo piano di una palazzina, anch’esso occupato, entrambi in via Sebastiano Satta) la propria comfort zone. L’attività di spaccio, che praticamente era a ciclo continuo, rischiava di subire una frenata. 

Il Superbonus ostacola lo spaccio della “Bisca”

Un fattore esterno, quello datato 22 novembre 2023, che ha dovuto giocoforza modificare le abitudini di chi faceva parte della “Bisca”. Infatti, in quei giorni gli agenti della polizia locale hanno effettuato degli accertamenti nel quartiere del Municipio IV, per verificare quali locali commerciali, o meglio quelli sul piano stradale, fossero occupati regolarmente. Così, gli occupanti senza titolo dovevano svuotare gli spazi per renderli disponibili. Parallelamente, sono state smontate le paratie e le tettoie alla facciata della palazzina di via Sebastiano Satta, con l’aggiunta delle transenne di cantiere.

Cambio di programma per la “Bisca”

Che fare? Forse questa è stata la domanda che si sono posti i tipi della “Bisca”. Visto che le proprie certezze (clienti abitudinari, facile controllo della zona) rischiavano di essere minate. Soprattutto per che il ballatoio antistante la “Bisca” era, di conseguenza, frequentato dagli operai. Quindi, ecco l’inversione a “U”: le attività di spaccio sono state spostate al “Terzo”. Salvo poi riaprire la “Bisca” dopo le 16. Quando di non carriole non c’erano tracce e le piccozze non battevano più.  

Il passaggio al “Terzo”

Così, il “Terzo” è diventato più che un ripiego. La porta principale dell’edificio aveva, sulla serratura, del nastro da imballaggio trasparente oltre che della carta, riposta all’interno. In questo modo, rimaneva socchiusa. Non consentendo a chi accedeva di suonare il citofono o di utilizzare la chiave per aprire. Nell’appartamento, un trilocale occupato abusivamente, le modalità impiegate erano le stesse della “Bisca”: il cliente era indirizzato a all’appartamento, l’incaricato alla cessione si trovava dietro una grata in ferro, messa a sua protezione, con un banchetto, da dove effettuava la cessione.