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“È evidente che stiamo per approvare una legge di bilancio in cui verranno chiesti sacrifici a tutti”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, interpellato a margine di un evento a Milano organizzato dal quotidiano economico Bloomberg. “Siamo impegnati in un percorso esigente di rientro annunciato al 3 per cento entro l 2026 – ha ricordato Giorgetti – e questo tipo di sforzo tutto il Paese è chiamato a farlo: privati, aziende e pubblica amministrazione”. Le dichiarazioni del ministro dell’Economia hanno mandato in allarme Piazza Affari con gli indici tutti in negativo. Poco sono servite le dichiarazioni “tampone” della viceministro Savino e del ministero dell’economia che hanno cercato di spiegare come i maggiori sacrifici saranno chiesti alle imprese: l’indice principale Ftse Mib a fine giornata ha segnato un calo del 1,5 per cento, appesantito dal crollo di Stellantis (-4%).
Che cosa ha detto Giorgetti
Il ministro Giorgetti si trova davanti a conti non certamente in ordine. Il deficit di cassa dell’Italia – ovvero quanto deve essere finanziato con l’emissione di debito – nei primi 9 mesi del 2024 è quasi ampio quanto quello del 2020, anche a causa dell’onda lunga degli effetti del Superbonus. Non essendoci più l’ombrello della Bce ora gli spazi per la manovra fiscale del governo sono decisamente minimi.
Il ministro si è trovato a rispondere circa l’eventualità di una tassa sugli extraprofitti delle banche, più volte invocata anche all’interno della maggioranza, ma di fatto “schivata” dell’ultima Legge di Bilancio: “Servirà il contributo di tutti, non solo delle banche – ha ribadito – in maniera ragionata e nazionale. Non è corretto tassare gli extraprofitti, ma bisogna tassare i profitti correttamente calcolati. Sono convinto che alla fine ci sarà una soluzione equilibrata. Non ci sarà più la narrativa, come in passato, sugli extra profitti bancari dal momento che in quel momento le banche facevano più profitti”. Insomma, si annuncia un autunno caldo, anche per le piccole e medie imprese. “Le aziende non fanno beneficenza – ha continuato – quindi i contributi volontari non esistono. Esiste l’articolo 53 della Costituzione che prevede che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Siamo impegnati in un percorso particolarmente esigente di rientro. Rientreremo sotto il 3 per cento in termini deficit nel 2026, mentre altri come la Francia lo faranno nel 2029”.
Cosa sappiamo dell’aumento del prezzo dei carburanti
Giorgetti ha poi confermato di ritenere realistico che l’obiettivo della crescita dell’1 per cento del Pil. “Se non sarà 1 per cento – ha detto – sarà molto, molto prossimo a quel risultato. Tutta la vecchia Europa non cresce secondo le aspettative, ma in questo quadro noi facciamo meglio di altri”. Chi sicuramente verrà tassato, saranno le aziende che lavorano nella Difesa. “Le guerre, le tensioni internazionali e la situazione in Medio Oriente, favoriscono chi produce armi, perché beneficia di una situazione di mercato favorevole”, ha detto il ministro dell’Economia, che poi ha aggiunto: “Taglieremo le spese, ma ci sarà anche un concorso delle entrate”.
“I conti di quest’anno meglio di quanto previsto”
Malgrado le notizie non proprio rosee sulla prossima Legge di bilancio, il ministro dell’Economia ha elogiato l’operato del governo Meloni: “Non soltanto rispettiamo gli obiettivi che ci siamo dati – ha spiegato durante l’intervento – ma addirittura facciamo meglio. Questo governo deve dare un messaggio di credibilità e quello che promettiamo lo facciamo. I dati di finanza pubblica per quest’anno andranno meglio di come abbiamo comunicato ai mercati e alla Commissione Ue, visto che l’obiettivo di deficit del 4,4 per cento sembrava irrealistico e ora è stato aggiornato al 3,8 per cento, quasi un unicum nel contesto europeo”, ha concluso.
“Sulle privatizzazioni sarà un autunno-inverno denso”
Un accenno anche al tema delle privatizzazioni, che nelle scorse settimane ha acceso il dibattito pubblico: le opposizioni contestano all’esecutivo di voler “svendere” degli asset strategici per fare cassa. “Sul piano di privatizzazioni – ha confermato Giorgetti – sarà un autunno-inverno particolarmente denso. Andremo sulla tranche di Poste, un’altra tranche di Mps: in questo programma stiamo mettendo ordine e razionalizzando le quote dello Stato. Tutto ciò che ruota intorno a Tim risponde a questo tipo di logica, l’operazione relativa a Sparkle testimonia che lo Stato c’è, molto spesso con i privati, per raggiungere forme più efficienti di risposta”.
Pensioni, il bonus per chi resta al lavoro dopo i 67 anni e le altre misure della manovra
Le parole del ministro hanno scatenato gli attacchi delle opposizioni: “Meloni alza le accise sul diesel, smentendo quello che aveva detto fino a ieri quando era all’opposizione e andando a prendere i soldi direttamente nelle tasche degli italiani. Contemporaneamente, Giorgetti annuncia nuove tasse per tutti e fa crollare la Borsa. Dovevano essere Fratelli d’Italia, si stanno trasformando in salassi d’Italia: erano pronti, sì. Ma ad aumentare le tasse”. Così Riccardo Magi, segretario di +Europa. Sulla stessa linea l’europarlamentare del Partito Democratico, Matteo Ricci: “Mancano 20 miliardi. Dopo aver fatto becera campagna elettorale sul taglio delle tasse, alla fine Meloni & Co. le aumenteranno. Prima le accise sul diesel, ora Giorgetti che ufficializza una manovra lacrime e sangue. Mesi di bugie, che purtroppo pagheranno i cittadini italiani”, scrive sui social. “La maschera è caduta – commenta la deputata dem, Chiara Gribaudo – le bugie della destra vengono svelate da Giorgetti. Sarà una Manovra lacrime e sangue che colpirà le pensioni, il welfare, la sanità, gli enti locali, le imprese, i lavoratori e i giovani. Il Paese è fermo, senza chiodi da incolpare, solo la loro incapacità”.
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