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Fare delle stazioni ferroviarie dei piccoli centri del Parco nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni degli hub turistici, animarli attraverso coop di giovani innamorati del territorio, mettendo a disposizione dei turisti un’offerta variegata 365 giorni l’anno. Per uscire dal tunnel del solo turismo balenare, non disperdere le competenze di generazioni che per il territorio possono fare la differenza, sfruttare strutture esistenti rianimandole e riempiendole di contenuti e proposte, mettendo a frutto il know how di associazioni ed enti.
È la visione di Ugo Picarelli, fondatore e direttore della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, tra gli eventi più importanti di settore a livello nazionale che da anni, ormai, richiama buyer ed espositori da tutto il mondo proprio alle porte del Cilento.
«Perchè – dice – la Bmta cerca di consegnare ai territori visioni e buone pratiche. Tra queste c’è la proposta di un’intermodalità sostenibile, che integri l’auto con nuovi e vecchi mezzi di trasporto secondo itinerari esperienziali, che possano valorizzare il patrimonio culturale delle aree interne».
Da cosa nasce questa idea? «In primis dalla difficoltà di accesso alle aree interne. Immagino un progetto immediatamente attuabile, senza la necessità di inseguire grandi finanziamenti e interventi infrastrutturali. Tutto questo per ampliare le possibilità di offerta per i turisti che pernottano nei capoluoghi, al fine di rendere fruibili le destinazioni delle aree interne per valorizzarne borghi e musei civici e riqualificare la loro offerta in una chiave di sostenibilità. E naturalmente anche per dare risposte all’overtourism».
Come se l’immagina? «Ben dislocati sui territori interni e costieri abbiamo hub di primaria importanza che sono le stazioni dei treni regionali. Basterebbe collegarle coi capoluoghi ed aprirne gli spazi ad agenzie locali di informazione e di offerta di servizi turistici, dove i viaggiatori hanno la possibilità di prendere navette elettriche su gomma per la visita guidata di musei civici, siti archeologici e borghi, noleggiare auto e bike elettriche, fare trekking lungo i sentieri del Cai, intraprendere uno dei cammini del Touring o salire a cavallo all’insegna del turismo equestre, scegliere itinerari eno-gastronomici e strade del vino presso agriturismi e aziende vinicole o naturalistici lungo riserve e aree montane del dorsale appenninico. Naturalmente, presso i locali delle stazioni, uffici e biglietterie da tempo sono stati dismessi dalle Ferrovie, è necessaria una offerta integrata anche con l’ausilio di app e di contenuti digitali. Cooperative e imprese giovanili con l’intervento del micro-credito tramite Invitalia e le Banche del Credito Cooperativo dovranno essere i gestori dei servizi».
I giovani hanno un ruolo centrale in questa rivoluzione… «Non può essere altrimenti. Un appello accorato come quello di Federica Giuliano (intervista pubblicata su Il Mattino di Salerno sabato 28 settembre nda) non deve cadere nel vuoto. Abbiamo competenze, volontà, possibilità di trasformare tutto questo in un lavoro stabile per chi è spesso costretto ad andare via per realizzarsi e contemporaneamente contribuire fattivamente allo sviluppo turistico di una terra straordinaria come il Cilento e le aree interne. É un progetto win-win, abbiamo tutti gli strumenti già a disposizione, occorre solo trovare gli interlocutori adatti».
A chi si riferisce? «Agli amministratori locali: a loro il compito di tradurre in concretezza questa opportunità, agli operatori turistici e ai volontari delle associazioni di promozione sociale quello di esserne ambasciatori e di promuoverne la narrazione, offrendo un modo di viaggiare e di far conoscere le destinazioni e le loro identità all’insegna della sostenibilità e dell’autenticità dell’esperienza turistica, in totale coerenza con gli attuali trend della domanda, in quanto la valorizzazione dei territori improntata da una governance etica ha proprio negli stakeholder la chiave per individuare contenuti e strumenti».
Quali sono gli altri attori immediatamente coinvolgibili? «Ci sono tanti protocolli da rispolverare: Aci ha già sperimentato progetti con auto 100% elettriche all’interno dei Parchi Nazionali; Federparchi, Uncem, Confagricoltura e Legambiente si sono impegnati nel 2019 a rafforzare la capacità di fare sistema attraverso la condivisione di politiche di marketing locali volte a indirizzare le strategie turistiche in aree con potenziale di sviluppo; Touring Club Italiano con “Cammini e Percorsi” guarda nella stessa direzione. Ma anche Ministero del Turismo, Trenitalia ed Enel hanno condiviso nel 2022 la possibilità di adottare soluzioni innovative, volte a incrementare l’attrattività di particolari siti strategici ad alto flusso turistico, in direzione di una sempre più ampia diffusione di un turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Insomma siamo chiamati a dare corpo a un modello, replicabile ed esportabile in tutta Italia».
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