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Governo al lavoro sulle pensioni, visto che alcune misure previdenziali scadranno entro la fine dell’anno. Svanita l’ipotesi di una riforma strutturale per mancanza di risorse si ipotizzano solo piccoli ritocchi rispetto alle norme vigenti. Tra le varie misure per il pensionamento anticipato potrebbe essere riconfermata l’Ape sociale, la pensione anticipata studiata per alcune categorie vulnerabili che necessitano di lasciare il lavoro prima dei 67 anni di età previsti della legge Fornero. Chi potrà beneficiarne e a che età? Andiamo per ordine.
Ape sociale, si va verso la proroga nel 2025
Riflettori puntati sulle pensioni per cercare di capire cosa ha in mente di fare il governo per il 2025 con la manovra. Tra le varie misure da confermare potrebbe esserci l’Ape sociale, la pensione anticipata introdotta sette anni fa solo per alcune categorie di lavoratori: cargiver, disoccupati, invalidi civili e lavoratori con mansioni gravose. Può essere ottenuta da lavoratori dipendenti, autonomi e iscritti alle Gestioni separate dell’Inps.
Per accedere a questo tipo di pensione anticipata viene richiesto il versamento di almeno 30 anni di contributi, con la sola eccezione dei lavoratori gravosi che ne devono avere almeno 36 mentre altre categorie ancora devono averne 32, come i dipendenti delle imprese edili e affini e i ceramisti. Per le donne con figli i requisiti contributivi richiesti sono ridotti di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni.
Chi può andare in pensione con l’Ape sociale
Ma ci sono delle specifiche da fare perché non tutte le categorie sopra elencate possono richiedere l’Ape sociale. In particolare gli invalidi civili devono avere almeno una percentuale del 74%. I cargiver devono aver svolto da almeno sei mesi assistenza a soggetti con handicap gravi, coniuge o parente di primo grado convivente. Se si assiste un parente o un affine di secondo grado convivente i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità devono aver compiuto i 70 anni di età oppure devono essere anch’essi affetti da patologie invalidanti.
Per i lavoratori con mansioni gravose, invece, si richiede lo svolgimento di dette attività da almeno sette anni negli ultimi dieci oppure da almeno sei anni negli ultimi sette. Sul sito dell’Inps si trovano nel dettaglio tutte le mansioni considerate particolarmente gravose, come infermieri, artigiani, agricoltori e conducenti di mezzi pesanti tanto per fare qualche esempio.
Poi ci sono coloro che si trovano in stato di disoccupazione, a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato (in tal caso è necessario che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la scadenza del termine, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi), che hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante. Rientrano anche coloro che sono stati oggetto di una risoluzione consensuale.
A quanti anni si va in pensione con l’Ape sociale
Chi possiede tutti i requisiti potrà presentare domanda per l’Ape sociale e una volta accettata lasciare il lavoro a 63 anni e 5 mesi, 5 mesi in più rispetto al 2023. Questo particolare lascia aperta la porta a una possibile rivisitazione della misura, magari proprio riguardo all’età anagrafica, anche se per il momento non è emerso nulla di tutto questo. Dal 2017 ad oggi infatti il governo ha prorogato di anno in anno la misura, talvolta con alcune modifiche.
Stando ai dati dell’Inps l’Ape sociale ha interessato 113.800 contribuenti da quanto è stata varata, su un totale di 165.890 domande inviate, con un boom nel primo anno e una media di 16mila domande negli anni successivi. E l’assegno? Il valore dell’indennità si aggira attorno ai 1.000-1.100 euro, fattore che disincentiva l’uscita anticipata. Anche se la misura dovrebbe essere confermata nel 2025 c’è ancora tempo per presentare la domanda, l’ultima finestra del 2024 è prevista per il 30 novembre.
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