Imprenditore in manette sul lago di Garda: è stato arrestato dalla compagnia di Desenzano della Guardia di Finanza ed è già stato trasferito in carcere, accusato di truffa aggravata ai danni dello Stato, riciclaggio, indebita percezione del reddito di cittadinanza, nonché per vari reati contro il patrimonio, tributari e fallimentari. In corso anche decreti di sequestro preventivo per un ammontare complessivo di oltre 1,7 milioni di euro: le indagini sono state coordinate dalla Procura di Brescia e dai pm Benedetta Callea e Carlo Pappalardo. L’imprenditore arrestato, 45 anni, era titolare di una concessionaria specializzata nella vendita di auto di lusso.
La bella vita con i soldi dello Stato
Le indagini sono scattate a seguito di una querela, per appropriazione indebita, presentata dal titolare di un’altra concessionaria nei confronti dell’imprenditore poi indagato: dai primi accertamenti già risultava pluripregiudicato per i reati di truffa, sostituzione di persone e appropriazione indebita, fallito e gravato da debiti tributari per oltre 3,750 milioni di euro. Risultava nullatenente e per questo percepiva pure il Reddito di cittadinanza: nonostante ciò, avrebbe fatto la bella vita con i soldi dello Stato, grazie al presunto ottenimento di fondi erogati in parte da Simest spa (la Società italiana per le imprese all’estero, gruppo Cassa Depositi e Prestiti) e in parte da Mediocredito Centrale spa, istituto bancario partecipato al 100% da Invitalia.
Il “sistema” criminoso dell’indagato
L’indagato, scrive la Finanza, oltre a utilizzare i finanziamenti garantiti per mantenere un tenore di vita elevato, in maniera definita “sistematica e vorticosa” avrebbe movimentato le somme tra conti correnti personali e dei suoi prestanome, riciclandoli con l’acquisto e il leasing di autovetture di grossa cilindrata. Le attività di indagini si sono poi estese ad altre 4 persone, a quanto pare utilizzate dall’imprenditore come prestanome, e a 8 società e ditte individuali “schermo”.
La prima fase delle indagini si è conclusa con l’esecuzione di un provvedimento di sequestro pari a 1,5 milioni di euro, la restituzione ai legittimi proprietari di autovetture per un valore complessivo di 350mila euro, l’interruzione di erogazioni pubbliche non spettanti per circa 440mila euro e, infine, con la contestazione di redditi non dichiarati per oltre 2 milioni.
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