diFrancesco Brun
I progetti del Centro sportivo italiano animati da un volontario tra calcio, Tai Chi e volley. Coinvolti anche i ragazzi delle superiori. E dopo 25 anni l’impegno continua
Una storia lunga oltre 25 anni, cominciata con una partita di calcio con i grandi ex Biancorossi e che finora ha visto coinvolti più di 14 mila studenti.
È un percorso unico nel suo genere quello messo in piedi da Enrico Mastella, 66 anni di Vicenza, che da un quarto di secolo si dedica allo sviluppo di progetti per le persone detenute. Il tutto grazie al lavoro degli operatori del Csi (Centro sportivo italiano), del quale Mastella è volontario ed ex presidente, con il contributo della Regione Veneto. Dopo gli inizi nell’aprile del 1999, quando il Csi è entrato nel carcere di San Pio X portando due ore di attività motoria due volte a settimana, la svolta è arrivata nel marzo 2000, grazie al coinvolgimento di Paolo Rossi, l’indimenticato goleador del Lanerossi e della Nazionale.
«Chiesi a Pablito di venire, non ci pensò due volte»
«Gli chiesi se avrebbe potuto venire a giocare una partita all’interno del carcere assieme ai compagni del Real Vicenza – racconta Mastella – e senza pensarci due volte Paolo aderì all’iniziativa. Ottenuti i permessi, nel maggio successivo è andata in scena una partita che ha visto coinvolte ex glorie biancorosse e persone detenute: Paolo ha segnato tre gol, proprio com’era stato contro il Brasile al Mondiale dell’82. Quello fu solo l’inizio: è stato poi il turno della squadra dei medici e degli infermieri del San Bortolo, di quella degli scout e, in tre occasioni diverse, della prima squadra del Vicenza Calcio». In quegli anni fu istituito il Real Csi, una squadra di volontari che una volta al mese disputava una partita in carcere e iniziarono le attività all’esterno della struttura dedicate alle persone che possono beneficiare di permessi premio, iniziativa che va avanti tuttora. «La prima esperienza è stata un torneo di volley a Casale – prosegue Mastella – avevamo costruito una squadra di persone detenute e di ragazzi con disabilità psichica: in campionato abbiamo perso tutte le partite, ma è stato qualcosa di meraviglioso. C’è anche qualche aneddoto divertente. Durante un’uscita, le due persone che stavo accompagnando in macchina discutevano riguardo una rapina commessa da uno dei due in una banca, e anch’io lavoravo in un istituto bancario: insomma, sono venuto a sapere che aveva fatto da palo durante una rapina in cui ero stato coinvolto».
Le attività
Attualmente, il Csi svolge nel carcere di Vicenza attività motoria, tennistavolo, nordic walking, Tai Chi, scacchi e yoga, tutte con operatori qualificati. Nel 2010 è inoltre iniziato il servizio di accoglienza, con alcune operatrici specializzate che accudiscono i bambini durante i colloqui tra le persone detenute e i familiari, anche se una delle attività più importanti è sicuramente il progetto «Carcere e Scuola», attivo dal 2003. Se inizialmente consisteva in una partita a calcio tra persone detenute e studenti, dal 2009 questi ultimi passano un’intera giornata all’interno della struttura, dalle 8 alle 15, ascoltando le parole degli operatori dell’area giuridico pedagogica, sanitaria e di sicurezza, oltre che le testimonianze di alcune persone detenute. Gli studenti hanno l’opportunità di entrare in una cella e di fare conoscenza delle realtà che ci sono all’interno del carcere, come il Progetto Jonathan, attraverso il quale alcune persone detenute hanno la possibilità di svolgere l’ultima parte della detenzione in una casa in strada della Paglia. Prima della pandemia l’iniziativa vedeva coinvolte 43 scuole di Vicenza e provincia, mentre l’anno scorso sono state 27, con la partecipazione di un istituto di Verona, uno di Treviso e uno di Venezia.
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