Aumento delle spese per incarichi legali all’Asl di Avellino. Da una parte la scissione della vecchia unità operativa complessa in tre semplici con a capo altrettanti dirigenti, dall’altra un frequente utilizzo di avvocati esterni.
Questa la segnalazione presente in un dossier che è stato consegnato al ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione della convention di Fratelli d’Italia tenuta a settembre all’Hotel De la Ville.
Rispetto a questa rappresentazione dei fatti, però, il direttore generale dell’Azienda sanitaria locale del capoluogo irpino, Mario Ferrante, non ci sta. E rispedisce le accuse al mittente. «Stiamo risanando un contenzioso da circa 60 milioni di euro dichiara – che ci vedeva perdenti su tutti i fronti. Adesso, con la nuova organizzazione attivata, stiamo facendo fronte alle varie pendenze con le giuste soluzioni. Le spese non sono aumentate, specie se le rapportiamo ai risultati che stiamo ottenendo».
Nell’esposto inviato anche alla Regione Campania, per la precisione alla direzione generale per la Tutela della Salute, si parla di compensi autoliquidati per circa 155mila euro da parte dei dirigenti delle unità che si occupano del Contenzioso relativo a personale e fornitori, Affari giuridici e legali e Rapporti e contenziosi con strutture accreditate e rapporti assicurativi. Derivano da una percentuale che determina corrispettivi variabili aggiuntivi alla parte stipendiale fissa (circa 3mila 100 euro mensili), per le istruttorie seguite, prevista nel regolamento approvato lo scorso aprile. Mentre si lamenta che gli uffici interni di via Degli Imbimbo, esclusi dalla ripartizione di questi importi, siano sotto pressione anche per pagare le somme relative approvate nelle singole determine dei dirigenti avvocati.
«Il regolamento aziendale che riguarda le cosiddette “propine” – replica Ferrante è una piccola percentuale sulle attività effettuate all’interno ed è previsto in base ad accordi sindacali che non stabilisce il direttore generale. Più in generale, l’attività legale dal mio ingresso è stata disciplinata in maniera corretta ed efficace, dando dignità a tutta l’unità operativa. Ciò che prima veniva seguito da un solo avvocato adesso è diviso per competenze in tre settori specifici che lavorano in maniera separata sui casi che attengono alla propria unità. Ognuno si occupa dei casi relativi ad un settore, con l’obiettivo di aggredire e azzerare il vecchio contenzioso».
Le accuse che emergono dalla segnalazione, però, non finiscono qua. C’è anche più di una domanda retorica che gli autori di questa denuncia si pongono: in primis, avendo triplicato i dirigenti legali, come è possibile il continuo ricorso ad affidamenti di incarichi esterni? E ancora: come si spiega l’assunzione di 6 avvocati interni nell’ultimo biennio? Questo, sempre secondo i conteggi riportati dai contestatori della nuova organizzazione, farebbe lievitare ulteriormente le spese complessive dell’Ufficio Legale dell’Asl di Avellino che si collocherebbe così tra i più costosi della Regione Campania.
«Le consulenze esterne – ribatte il dg – vengono date a fronte di cause da milioni di euro, e si aggirano sui 3-4mila euro. La short list, come prevede il nostro regolamento, è indicativa. Poi bisogna scegliere in base alle cause già patrocinate per l’azienda e ai risultati già acquisiti dagli avvocati incaricati in passato. Rappresento una pubblica amministrazione e per me i requisiti sono bravura e professionalità dimostrate sul campo. Per quanto ereditato, abbiamo bisogno di avvocati che portano a casa il risultato. E noi stiamo puntando su chi garantisce nel tempo la vittoria delle cause. Purtroppo, il potenziamento della struttura è frutto di una necessità concreta. Ho trovato una situazione disastrosa, ora stiamo risanando contenzioso e rischio legale».
Dunque, all’Asl proprio sulla gestione dell’attività legale il rischio di finire in Tribunale è davvero molto alto.
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