OGGIONA CON SANTO STEFANO – La rivolta contro la vendita di Villa Colombo non si placa. Il comitato, formato di recente da alcuni cittadini in difesa dello storico edificio, ha presidiato il Comune in occasione dell’ultima Commissione Statuto e Regolamenti. Infatti, in aula, è passato il documento che ora permette di alienare i beni comunali. Un passaggio cruciale, chiaramente, in questa vicenda che sta facendo così discutere in paese. Ecco perché, armati di striscioni, i manifestanti si sono dati appuntamento davanti al municipio con un messaggio chiaro: «Villa Colombo non si vende».
La protesta del comitato
In questi giorni «si sta assistendo a eventi che definirli strani sarebbe un eufemismo», le parole del comitato. Cittadini che «manifestano in maniera assolutamente civile il loro dissenso contro la decisione – scellerata e forzatamente imposta dal sindaco Franco Ghiringhelli – di vendere un bene antico, che è parte integrante della storia e della memoria della comunità». Una protesta a cui, accusano, «si mette il bavaglio». Il riferimento va alla decisione del Comune di far togliere gli striscioni con la scritta Villa Colombo non si vende che erano sono apparsi sulla cancellate delle case, «un modo civile e pacato di esprimere il pensiero contro una scelta imposta alla cittadinanza». Ecco perché considerano quanto accaduto (e lo dicono citando l’articolo 21 della Costituzione, che tutela la libertà d’espressione) un fatto «inconcepibile». Nello specifico: «Per il primo cittadino l’opinione degli abitanti non riveste alcun interesse. E si è arrivati all’assurdo: inviare i vigili urbani da chi legittimamente protesta, intimando di togliere gli striscioni – affissi senza richiedere, a quanto pare, una necessaria e preventiva autorizzazione – e con la motivazione abbastanza ridicola della “salvaguardia della visibilità delle strade e della circolazione stradale, dell’estetica cittadina e della bellezza panoramica”. E quindi del decoro urbano».
Le domande del comitato
Un fatto, appunto, «inconcepibile» per i componenti del comitato: «Sulle cancellate di tutto il paese – in occasione di feste, patronali e manifestazioni varie – vengono giustamente e con ragione affissi striscioni senza che i promotori abbiano mai richiesto autorizzazioni. E mai, per questo, abbiamo avuto la visita della polizia urbana». E qui sorgono le domande: «Cosa fanno i consiglieri comunali? Non hanno una loro opinione in merito? Sono davvero convinti di sostenere la scelta del sindaco, infischiandosene di quello che pensano i cittadini che hanno dato mandato di governare per cinque anni il paese, tutto quanto e non solo una parte?». E ancora: «Perché i consiglieri non ci spiegano quali siano i motivi e la convenienza a disfarsi di un bene storico – che sicuramente è stato vissuto da ciascuno di loro in molte occasioni con orgoglio, ammirandone la bellezza e l’unicità del parco secolare – e che nel paese non trova nulla di simile? Voi consiglieri per quale motivo siete complici di questa azione arrogante e diretta a ottenere un risultato senza alcun confronto con la popolazione?».
Il rispetto dei regolamenti
Nei giorni scorsi, proprio Ghiringhelli ha voluto precisare che la decisione di togliere gli striscioni fa leva sul «rispetto e l’applicazione dei regolamenti e del codice della strada». Ha poi precisato: «Da un punto di vista politico, oltretutto, è più scomodo rimuovere i manifesti che lasciarli appesi. Ma, più in generale, abbiamo il dovere di far rispettare i regolamenti. Altrimenti non ha alcun senso che esistano».
Oggiona vende Villa Colombo? il sindaco: «Stiamo valutando. La Lega travisa»
oggiona protesta villa colombo – MALPENSA24
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