Il vicepremier accusa il top manager dopo l’audizione in Parlamento: «Non è più in condizioni di chieder niente per come hanno mal gestito e male amministrato un’azienda storica italiana». Il nodo incentivi alle auto
«Il settore in crisi anche per colpa sua. L’amministratore delegato di Stellantis dovrebbe vergognarsi e chieder scusa», attacca ad alzo zero il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini all’inaugurazione della M4 a Milano. «Non è più in condizioni di chieder niente per come hanno mal gestito e male amministrato un’azienda storica italiana. L’amministratore delegato e la dirigenza di Stellantis – ribadisce- dovrebbero chiedere scusa agli operai, agli ingegneri, ai tecnici, agli italiani e alla storia dell’auto italiana» riferendosi all’audizione del top manager in Parlamento di venerdì 11 ottobre.
L’attacco di Salvini ai vertici del gruppo ex Fiat – che è tornato a chiedere incentivi per il mercato dell’auto – non è una voce isolata. Anche il presidente di Confindustria Emanuele Orsini esprime la sua netta contrarietà: «Abbiamo bisogno che le produzioni in Italia vengano mantenute e chiedere ulteruori incentivi mi sembra onestamente una pazzia» ha detto a margine del convegno dei giovani imprenditori in corso a Capri.
La replica di Stellantis è arrivata nel pomeriggio affidata alle parole di Daniela Poggio , responsabile della comunicazione e relazioni istituzionali di Stellantis Italia: «Porteremo sempre avanti con gli attori che condividono lo stesso obiettivo e i portatori di interesse un dialogo franco, rispettoso e trasparente perché abbiamo a cuore la nostra impresa, la filiera produttiva e tutto il Paese consapevoli del valore che Stellantis ha per l’Italia». «La certezza di stabilità delle regole -prosegue – e delle giuste condizioni per competere in un contesto che aiuti la domanda a crescere sono condizioni indispensabili».
Anche le opposizioni molto critiche
La dichiarazione di Salvini fa il paio con quelle del leader di Azione Calenda che con il Ceo ha avuto anche un battibecco: «Da Tavares solo un sacco di chiacchiere. L’unica certezza è che il milione di auto sbandierate non esiste più: esiste un milione di clienti ma li dobbiamo trovare noi con gli incentivi, quello che ha detto è datemi i soldi, è un ricatto inaccettabile». Elly Schlein si è detta «molto preoccupata, ci aspettavamo molto di più, condividiamo le ragioni dello sciopero. Per Conte, è stato un «intervento insufficiente e deficitario».
La difesa: le auto elettriche costano troppo
«Perché non vendiamo auto elettriche in Italia? Perché costano troppo. Dobbiamo renderle accessibili con incentivi e sussidi», aveva detto in Parlamento il Ceo di Stellantis, Carlo Tavares, a Montecitorio di fronte alle Commissioni Attività produttive di Camera e Senato. Per questo aveva chiesto ai politici una nuova tornata di aiuti statali per superare la profonda crisi dell’automobile, che si presenta in Italia con aspetti ancora più marcati rispetto al resto d’Europa. Nel nostro paese gli impianti sono attivi solo per un quinto della capacità produttiva e le vendite languono, soprattutto per le nuove elettriche, mentre è ripartito il mercato dell’usato, in particolare in virtù dei prezzi più bassi.
Servono gli incentivi
Tavares ha sottolineato che «per sostenere la domanda in Italia servono «notevoli iniezioni di incentivi, sennò non ce la facciamo». Alla freddezza dei politici di fronte alla richiesta di nuovi incentivi statali, il manager ha risposto: «Non chiediamo soldi per noi. Chiediamo aiuto per i vostri cittadini perché possano permettersi di comprare questi veicoli. Il sostegno serve a rendere accessibili agli italiani i nuovi modelli».
Il vantaggio competitivo cinese
Il manager portoghese lamenta che i veicoli cinesi «costano il 30% in meno dei nostri, questo non fa che aumentare la pressione sull’industria automobilistica». La transizione elettrica comporta, secondo il leader del gruppo franco-italiano costi in rialzo «del 40% che cerchiamo di assorbire». Ma le strade per coprire il “gap” sono due: notevoli iniezioni di incentivi o l’assorbimento del 40% dell’aumento dei costi con un balzo della produttività, come ha spiegato il manager. «Era prevedibile e l’avevamo previsto», ha aggiunto Tavares. «La situazione è veramente difficile, non mi stupisco del fatto che il nostro settore sia sotto pressione». Tra i fattori negativi, il top manager di Stellantis ha posto l’accento sul prezzo dell’energia, con l’Italia che ha costi più alti della Spagna.
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