«Cortesie per gli ospiti». Non è il celebre programma tv ma può sembrare una sorta di invito per senzatetto e clochard (ma anche per malviventi e balordi) ad entrare all’interno della palazzina in stile liberty nel quartiere di Fratte, oramai diventata riparo dalle intemperie ma anche simbolo di degrado e abbandono.
Il racconto
Nonostante i lucchetti apposti alla porta d’ingresso, entrarvici non è poi così difficile da alcuni spazi lasciati aperti: per bambini e ragazzini potrebbe sembrare un gioco, per i senzatetto è proprio una casa a riparo dalle intemperie.
La prova sono gli abiti lasciati davanti alle scale, che poco tempo fa, a quanto pare sono stati anche oggetto di un incendio. All’interno scatole di cibo vuote e bottiglie rotte con numerosi cocci che potrebbero essere pericolo per chiunque guadagni l’ingresso. Non è neanche difficile immaginare che la villa ottocentesca sia oramai ritrovo serale e notturno. Una situazione che negli anni non è mai cambiata, anzi è soltanto peggiorata.
Lo scenario
Tante le proposte che si sono susseguite nel tempo: dal 2018 con una firma ed un annuncio del primo cittadino di Salerno, la palazzina è diventata di proprietà dell’ente di via Roma. «Stiamo valutando – spiegò il sindaco Vincenzo Napoli – l’ipotesi di ospitare un museo delle manifatture borboniche con un ricchissimo archivio storico custodito, attualmente, presso la Soprintendenza di Avellino e nel contempo immaginare anche altre ipotesi legate ad un criterio espositivo coerente con la struttura. Si tratta di un ulteriore luogo che mettiamo a disposizione dei cittadini. È utile testimoniare anche cosa sono state e cosa hanno rappresentato le Manifatture Cotoniere Meridionali per il nostro territorio. Questo luogo è un simbolo importante di un pezzo della nostra storia, testimonianza delle lotte operaie nella nostra città».
Sarebbe dovuto diventare un museo dell’industria del regno delle due Sicilie e la sede dell’archivio storico della manifatture cotoniere ma ad oggi all’interno vi è soltanto abbandono degrado e tantissimi rifiuti tra arredi, sedie e mobili rimasti ancora al suo interno. L’ente di via Roma 6 anni fa diventò ufficialmente il proprietario di quegli spazi che simboleggiano il passato industriale salernitano e del quartiere di Fratte dove da un lato vi è la modernità di un centro commerciale e dall’altro la storia. Da quel momento però il luogo non è mai stato riqualificato e l’idea di occuparlo è rimasta soltanto appunto un’idea… tra le molteplici idee. Tante le segnalazioni da parte di residenti e cittadini circa lo stato dei luoghi tra pericolosità e mancata sicurezza che spesso hanno fatto pensare al peggio. Emblematico il panel posto per terra e abbandonato nell’atrio della villa con sopra raffigurato il progetto del «programma integrato di riqualificazione urbanistica dell’area e conseguenti lavori di urbanizzazione» firmato proprio dal Comune di Salerno. Tra le proposte, non ultima quella dell’ex assessore alla cultura Tonia Willburger (attuale consigliera comunale in quota Psi) di realizzare al suo interno un museo di arte contemporanea.
Incuria
Dello stabilimento manifatturiero di Fratte oggi resta invece una sorta di “museo dell’orrore” sulle sponde dell’Irno e che ricorda un glorioso passato. La villa, attualmente dunque chiusa e abbandonata, si articola su tre livelli e spicca per le file di finestroni, già da diverso tempo rotti e divelti, con i cocci di vetro praticamente pronti all’uso di tutti, persino di balordi che potrebbero mettere in pericolo chiunque. Ai piani superiori si notano due terrazze di diverse dimensioni: la prima riproduce le colonne del piano terra, la seconda presenta una ringhiera ottocentesca in ferro battuto. La fontana all’esterno – nonostante si sia provato a tenere in maniera curata i giardini che la circondano – non è più in funzione ed è diventata ricettacolo di rifiuti e abbandono. Eppure nel 1983 l’immobile fu dichiarato luogo di interesse storico dal Mibact.
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