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Transizione green, piste ciclabili a go go, salvaguardia del patrimonio culturale, mobilità sostenibile, stop alla cementificazione e alla costruzione di palazzine nei luoghi storici della città, inquinamento del paesaggio.
Quelli citati sono solo alcuni dei cavalli di battaglia che molte istituzioni cavalcano da tempo ma che spesso rimangono solo parole. Per i fatti c’è tempo.
La parola “ecomostro” è stata inventata da Legambiente, sul finire del secolo scorso. L’associazione ambientalista utilizzava quel termine per sottolineare l’impatto visivo di grossi edifici, spesso troppo vicini a costruzioni tradizionali oppure storiche. Nel nostro caso il paragone potrebbe calzare alla perfezione.
Facciamo però un passo indietro. In maniera casuale mentre passeggia, un signore che risiede sulla collina si trova davanti un enorme cartellone che pubblicizza la vendita di appartamenti di un nuovo condominio in via Avancini, la strada ubicata sopra alla chiesa dei frati cappuccini costruita nel 1842
Quando mette a fuoco bene la fotografia sul cartellone si accorge che il condominio sorge di fronte alla sua abitazione, a cinque metri di distanza.
Sconcertato approfondisce la cosa e viene a scoprire che in data 31.05.2021 la società Piazza Duomo Bortolo Dalle Nogare presentava domanda di permesso di costruire riguardante l’immobile p.ed. 2746 del Comune Catastale (C.C.) Trento sito in via Avancini.
Il nuovo condominio verrà costruito su un immobile già esistente che sarà abbattuto e che originariamente è stato realizzato agli inizi del ‘900 e che attualmente è in stato di abbandono.
L’area in cui ricade il compendio è inclusa dal Piano Regolatore Generale (PRG) del Comune di Trento, nelle “Zone edificate sature B1”, soggette alla disciplina definita dall’art. 37 delle Norme di Attuazione (NTA) dello stesso strumento pianificatorio.
Il comune di Trento rilascia il permesso di costruire il 28.09.2023, ma non senza problemi. Infatti nell’ottobre del 2022 e nel gennaio del 2023 il comune comunica alla ditta di costruzioni il preavviso di rigetto. Poi la Commissione Edilizia comunale il giorno 9.05.2023 da il via libera per l’inizio dei lavori.
Venuti a sapere dell’approvazione del progetto alcuni residenti di via Avancini cominciano a muoversi ritenendosi danneggiati dalla costruzione.
In effetti alcuni appartamenti vengono penalizzati dalla costruzione e lamentano il diritto di veduta e panorama, senza contare l’esposizione al sole che dopo la costruzione sarà preclusa in modo irrimediabile. I vicini lamentano quindi anche un danno patrimoniale per il valore degli immobili che sarà deprezzato.
A questo punto il 27 novembre 2023 uno dei residenti deposita un ricorso al Tar che viene «dichiarato in parte inammissibile e per il resto rigettato» dai tre magistrati Alessandra Farina, Stefano Mielli e Cecilia Ambrosi il 27 aprile del 2024.
A questo punto, venuta a mancare la «segretezza» del progetto la ditta di costruzioni manda una raccomandata a quasi tutti i residenti di Via Avancini avvertendoli dell’inizio dei lavori a breve inserendo anche una fotografia di come diventerà il condominio.
Non finisce qui. Il 18 luglio 2024 viene presentato un ulteriore ricorso contro il comune di Trento e la ditta di costruzione al consiglio di Stato che attende la sentenza. Per il momento i lavori non sono ancora iniziati.
Questo il percorso giuridico – legislativo che non sappiamo ancora come finirà.
Oltre questo ci sono delle altre valutazioni da fare. Nel progetto è prevista la costruzione di una strada per l’accesso alle rampe dei garage. Ma tale strada non è ancora di proprietà della ditta di costruzioni.
I proprietari della particella catastale sono molti e pare che alcuni non abbiano nessuna intenzione di vendere. Nel merito il comune di Trento ha concesso una deroga riservandosi quindi di decidere sull’uso del pezzo di strada.
L’altra valutazione è l’impatto dei lavori sui residenti di via Avancini che saranno costretti a notevoli disagi per oltre un anno con la probabile chiusura della strada. Nel momento dell’inizio dei lavori non si potrà più parcheggiare, in una zona decisamente difficile con la viabilità che da sempre rimane critica.
Le manovre dei camion, i rumori, le polveri potrebbero anche far mancare quegli standard di sicurezza per i residenti. È certo che alla fine dei lavori e della vendita degli immobili il traffico nell’area interessata aumenterà.
L’ultima riflessione riguarda un tema di grande attualità e di estremo interesse, cioè quello delle costruzioni in zone che rivestono un’importanza storica oltre che residenziale.
La collina sopra port’Aquila da sempre rimane una zona da salvaguardare sul piano urbanistico e per il suo valore monumentale-artistico e storico, ma anche per l’interesse socio-ambientale e di ordine pubblico.
Per questo la gestione e la tutela ottimale di queste aree deve conciliare due esigenze fondamentali diverse tra loro: quella di conservazione delle antiche memorie e quella di trasformazione del territorio per adattarlo alle necessità di una società sempre più evoluta ma che deve mantenere tradizioni e spirito paesaggistico.
La verità è che la nuova costruzione è in netto contrasto con l’ambiente naturale circostante, che viene in questo modo deturpato. Si potrebbe addirittura parlare di inquinamento visivo del paesaggio.
Forse anche per questo i residenti sono davvero sul piede di guerra. Come sempre ai posteri, e al consiglio di Stato, l’ardua sentenza.
Sotto via Avancini
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