MACERATA Una struttura imprescindibile per il territorio e per le aziende che operano nel settore. Per questo Coldiretti Marche e Coldiretti Macerata accendono di nuovo con decisione i riflettori sulla situazione difficile che attraversa il mattatoio di Macerata, un impianto che è punto di riferimento per tutto il centrosud della regione. Ed è per questo che, dopo che nei giorni scorsi il direttore regionale dell’associazione Alberto Frau ha chiesto a gran voce l’interessamento delle istituzioni qualcosa si è finalmente mosso e in settimana dovrebbero svolgersi incontri attesi e, si spera, risolutivi.
«Serve un intervento struttura e definitivo», spiega Giordano Nasini, direttore di Coldiretti Macerata. «Se non riusciamo a mettere in atto interventi strutturali c’è il rischio che questa struttura debba chiudere», chiosa. Sono chiamate in in causa tutte le istituzioni, dalla Regione al Comune di Macerata.
La richieste
«Abbiamo chiesto un incontro “urgente” al Comune di Macerata per un piano operativo che possa portare in bonis il mattatoio, oggi gestito solo grazie all’impegno di Bovinmarche, che si fa carico da sola dei costi strutturali, ma che ha urgente bisogno di un piano operativo definitivo, pena la forte riduzione degli allevatori che continueranno ad operare – ha spiegato il direttore regionale di Coldiretti, Alberto Frau – poiché falcidiati anche da altre problematiche sanitarie. Non è pensabile attendere ulteriormente e, se non vi saranno sviluppi veloci, siamo pronti ad una pesante mobilitazione».
Coldiretti Marche, in tempi non sospetti e in solitaria, aveva chiesto e ottenuto un importante contributo regionale per la messa a norma di tutti i mattatoi marchigiani, da Schieppe, ad Ascoli, a Macerata, che altrimenti avrebbero rischiato la chiusura e che oggi già, in alcuni casi, hanno usufruito del contributo regionale per ammodernare le strutture presenti.
La ricostruzione
In seguito, sempre Coldiretti Marche aveva chiesto e ottenuto l’aumento di tutti i premi per le aziende zootecniche: biodiversità equina e ovina, parametri del biologico, Uba da poter inserire per il benessere animale e sostegno alla zootecnia nelle aree svantaggiate. Un insieme di misure “a pacchetto” che dovevano e devono accompagnare gli allevatori in questi anni difficili post covid e conflitti, con i costi delle materie prime schizzati alle stelle. Oggi la principale associazione di categoria torna all’attacco sulla strategicità del mattatoio di Macerata, struttura che lavora attualmente in rimessa ma che rappresenta il principale polo di lavorazione della carne bovina delle Marche, ad oggi commissariata e pertanto impossibilitata a ricevere il contributo stanziato per il suo efficientamento.
«E’ una struttura imprescindibile per il Maceratese – ripete Nasini – se venisse a mancare metterebbe a serie prova la tenuta del settore zootecnico della provincia di Macerata che in termini di capi e di caratterizzazione rispetto alla specie marchigiana, è la più importante. Serve un intervento strutturale che possa essere definitiva. A chi ci rivolgiamo? A tutti quelli che possono portare il loro contributo. Questa situazione d’altronde va avanti e si trascina da decenni. Se non riusciamo a mettere in atto interventi strutturali c’è rischio che questa struttura debba chiudere». Il mattatoio di Macerata è operativo sia per i bovini che per i suini ed è l’unico autorizzato per la filiera certificare di Coop. «Nei prossimi giorni speriamo di avere novità – conclude Nasini -, c’era stato un tavolo istituzionale che era stato convocato a suo tempo dalla Regione. Nei prossimi giorni si concretizzeranno nuovi incontri».
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