Attraverso una Tac verranno
studiati resti umani antichi della necropoli di Torre Guaceto e
i costumi funerari risalenti alla tarda età del bronzo. Saranno
poi creati ‘gemelli digitali’ delle testimonianze funerarie,
contenuti destinati alla valorizzazione e fruizione del
patrimonio archeologico rinvenuto nel sito di elevato valore
naturalistico. Sono questi gli obiettivi del progetto ‘La
necropoli a cremazione di Torre Guaceto: diagnostica per
immagini e gemello digitale per l’analisi dei resti umani
antichi e la ricostruzione dei costumi funerari della Tarda età
del bronzo’, presentato oggi a Brindisi che si svilupperà
attraverso una convenzione tra Unisalento, Isbem, Cetma e Asl
Brindisi.
Gli aspetti dei contenuti digitali sono stati illustrati da
Italo Spada, direttore del dipartimento Design e New Media del
Cetma. “Con i dati ottenuti dalla Tac, sarà possibile creare
modelli digitali in 3d ad altissima risoluzione che potranno
essere utilizzati – ha spiegato – per ulteriori studi o
ricostruzioni virtuali anche di contestualizzazione storica”.
“Inoltre, tali modelli 3d potranno essere anche tradotti in
contenuti digitali fruibili in realtà virtuale e in realtà
aumentata. Questo – ha evidenziato – consentirà agli esperti di
manipolare e studiare l’oggetto da varie angolazioni senza
rischiare di danneggiarlo in modalità interattiva ed immersiva”.
“È la prima Asl della Regione Puglia – ha sottolineato il
direttore generale asl Brindis Maurizio De Nuccio – in cui parte
un progetto di Archeologia medica. Attraverso lo studio delle
ossa potremo capire, per esempio, se ci siano state epidemie e
le soluzioni adottate. Queste indagini potranno anche aprire
nuovi scenari dal punto di vista terapeutico”.
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