Avellino.  

di Paola Iandolo 

Caduta l’aggravante del metodo mafioso per Danilo Volzone. Lieve diminuzione della condanna nel processo bis per il tentato omicidio Liotti. La condanna passa da quattordici a tredici anni. Questa la decisione dei giudici della I Sezione Penale nel processo di appello bis per il tentato omicidio di Francesco Carlo Liotti. La Procura Generale aveva chiesto la conferma della condanna per Volzone. La difesa, gli avvocati Gaetano Aufiero e Claudio Mauriello avevano puntato a scardinare sia il metodo mafioso che la premeditazione. 

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Il processo a Danilo Volzone per il tentato omicidio di Francesco Liotti è ritornato in Appello, davanti ai magistrati della I Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli, dopo che i giudici della I Sezione Penale della Corte di Cassazione, hanno escluso le aggravanti della premeditazione e del metodo mafioso. I giudici della Suprema Corte hanno accolto le valutazioni della difesa, gli avvocati Gaetano Aufiero e Alfonso Furgiuele, e dunque è stato riaperto di nuovo aperto il processo di secondo grado per Volzone condannato in primo e secondo grado a 14 anni di reclusione.

In primo grado e in secondo grado

Il pubblico ministero Anna Frasca della direzione distrettuale antimafia di Napoli, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto 15 anni di reclusione per l’unico imputato del tentato omicidio di Francesco Liotti. Il pubblico ministero della Dda aveva contestato l’aggravante della premeditazione e del metodo mafioso (ex art 7). Mentre i difensori di Volzone, avevano chiesto – al termine dell’istruttoria di primo grado – l’assoluzione per «non aver commesso il fatto», ribandendo più volte nelle loro discussioni, l’assenza di prove certe a carico del loro assistito. In primo grado Volzone aveva rimediato una codanna a 14 anni di reclusione. Condanna confermata anche in Appello, ma poi annullata dalla Suprema Corte, che ha rinviato il fascicolo davanti ad altra sezione della Corte di Appello di Napoli.