Chiara Ferragni alle strette sul futuro delle sue attività. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, due delle società fondamentali per l’impero dell’imprenditrice digitale, sarebbero ormai fuori il termine massimo di giugno per la pubblicazione dei consultivi per il 2023. Si tratterebbe di Sisterhood, la capogruppo gestita insieme alla madre Marina Di Guardo, e Fenice, licenziataria di tutti i suoi marchi e partecipata da due soci oltre a Ferragni (32,5%), ovvero dal veicolo d’investimento Alchimia di Paolo Barletta (40%) e da Pasquale Morgese (27,5%). Una scadenza non rispettata che svelerebbe l’andamento attuale dell’attività dell’imprenditrice post bufera Balocco, a cui si aggiungono le indiscrezioni secondo cui Barletta starebbe valutando l’uscita dalla società. Per MFF, non è stato possibile contattare i portavoce delle società dell’imprenditrice.
In particolare, secondo quanto riportato dal quotidiano, il socio e amico da anni di Ferragni e la stessa imprenditrice, rispettivamente presidente e ceo di Fenice, starebbero trattando per la compravendita della quota. Il manager, che già aveva valutato l’operazione di cessione ad Avm alla fine dello scorso anno, avrebbe ora dato tempo breve all’influencer, circa due settimane, per valutare l’offerta. Ma il nodo rimarrebbe il prezzo. A ciò si aggiungerebbe il terzo socio, l’imprenditore pugliese Morgese, che fino a pochi mesi fa sembrava fosse intento ad avviare iniziative legali, poiché tenuto fuori da alcune mosse finanziarie e muovendo una serie di contestazioni sulla gestione della società.
Risale ad agosto di quest’anno, invece, la pubblicazione dei conti dell’altra società di Chiara Ferragni, Tbs crew. Malgrado il Pandoro gate, la società aveva chiuso il 2023 in attivo con utili pari a 4,44 milioni. A inizio di questo mese, invece, si sono chiuse con un’accusa di truffa aggravata le indagini preliminari condotte dalla Procura di Milano nei confronti di Chiara Ferragni, dell’ex socio Fabio Maria Damato, Alessandra Balocco e Francesco Cannillo. Si attende dunque ora la richiesta di processo. (riproduzione riservata)
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