Sconto di un anno in Appello per l’uomo che a maggio 2023 violentò una ragazza all’interno del rudere dell’ex zuccherificio di Latina Scalo. I giudici di secondo grado hanno comminato al trentunenne rumeno Dragos Daniel Marcu la pena di 8 anni e cinque mesi di reclusione, un anno in meno rispetto al primo grado perché è stata esclusa la recidiva.
Il difensore di Dragos, l’avvocato Adriana Anzeloni, ha comunque annunciato ricorso in Cassazione dopo la notifica delle motivazioni perché in base agli elementi oggettivi c’è stato un errore nel calcolo della pena carceraria. Pesantissima l’accusa formulata nei confronti di Dragos dalla Procura di Latina sin dal primo momento.
Fu infatti contestato il sequestro di persona e la violenza sessuale su un’adolescente di Latina, rimasta in balia dell’uomo per oltre quattro ore.
La denuncia scattò il giorno seguente la violenza, i fatti risalivano alle 20.30 circa del 3 maggio 2023. Dell’imputato non c’era più alcuna traccia sul posto, fu ritrovato dalla polizia il successivo 7 maggio in un altro sito industriale abbandonato, sempre nella zona di Latina Scalo. In primo grado l’uomo scelse il rito abbreviato, un giudizio che prevede la riduzione di un terzo della pena. In aula il pm Valerio De Luca aveva ricostruito i fatti chiedendo la pena di otto anni mentre la difesa già allora cercò di scardinare le accuse.
La ragazzina, rappresentata dall’avvocato Giovanni Di Legge, si è costituita parte civile. Secondo quanto ricostruito dalla polizia la vittima arrivò nel vecchio sito industriale insieme ad un amico a bordo di una micro car e lì è avvenuto l’incontro con Dragos, che attirò la ragazzina in una trappola. Il trauma per i fatti accaduti e la paura di restare ancora a lungo «bloccata» nello stabile dismesso impedì che fosse presentata una denuncia tempestiva e ciò, al tempo stesso, consentì all’uomo di scappare e rifugiarsi altrove.
La vicenda suscitò stupore e indignazione rilanciando il dibattito sulla condizioni in cui versano tanti siti industriali non più produttivi, questo in specie è stato di una società di proprietà del Comune di Latina (poi fallita). Un mese dopo i fatti la giovanissima vittima fu sentita dal gip nell’ambito dell’incidente probatorio chiesto dalla pubblica accusa per cristallizzare le prove più importanti, ossia le dichiarazioni della ragazzina sequestrata e poi violentata. In particolare la studentessa di 17 anni riferì al giudice di essersi recata nel sito dismesso con un suo amico e che poi aveva vissuto un vero e proprio incubo.
«Avevo paura di restare da sola con lui», disse testualmente. La difesa di Daniel Marcu Dragos ha sempre sostenuto che in realtà la ragazza, per quanto minorenne, sarebbe stata consenziente ad avere un rapporto sessuale con l’imputato. Tesi che non ha trovato accoglimento in primo grado e nemmeno in Appello. Contro Dragos c’era anche la circostanza che dopo i fatti era letteralmente sparito, tanto che era partita una gigantesca caccia all’uomo conclusasi dopo tre giorni dai fatti. Il gip nell’ordinanza di custodia cautelare a carico del trentenne ne aveva sottolineato la pericolosità sociale, accanto alla contestazione dei fatti specifici.
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