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“È una manovra senza nuove tasse e con più risorse alla Sanità, per noi è una vittoria” #finsubito prestito immediato


Il 21 ottobre la manovra 2025 arriverà in Parlamento e l’impianto annunciato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, prenderà forma in un testo che inizierà l’iter parlamentare. Le opposizioni annunciano battaglia, ma nella maggioranza i partiti hanno trovato una quadra. “Noi siamo soddisfatti”, spiega a Today.it il presidente della Commissione Bilancio della Camera, Roberto Pella di Forza Italia, che aggiunge: “Va tenuto conto di quello che è il quadro economico internazionale e delle nuove regole che impone l’Europa ai bilanci nazionali”.

Non pensate che si sarebbe potuto fare qualcosa di più?

“Sarebbe stato assai complesso e difficile per chiunque prevedere delle nome diverse rispetto a quelle che il governo sta per portare in Parlamento. E malgrado tutto questo, non ci sono aumenti di tasse e sono state destinate risorse importanti richieste dal contesto sociale del Paese su importanti capitoli, in modo particolare sulla sanità, dove questi 2,3 miliardi in più consentiranno non solo di assumere nuovi medici e infermieri, ma soprattutto di garantire migliori prestazioni sanitarie sulle malattie croniche come obesità e diabete e un taglio delle liste d’attesa. In tutto si sono stanziati oltre tre miliardi, una cifra importante”.

Proprio sulla Sanità le opposizioni contestano le cifre. Sostengono che in rapporto al Pil siamo al minimo storico degli ultimi 15 anni. Cosa rispondete?

“Rispondiamo semplicemente che abbiamo stanziato tre miliardi in più, questo è il dato. Sono delle misure aggiuntive rispetto a quelle precedenti. Poi se si calcola l’inflazione e altre spese è una cosa diversa, ma le risorse che abbiamo investito rispondono alle esigenze del sistema sanitario e intervengono anche nel merito dell’utilizzo di parte dei fondi legati al Pnrr sull’assistenza domiciliare. Insomma, io credo che in un contesto come questo, negli ultimi anni cifre così ingenti sulla Sanità non si erano mai viste”.

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Nella maggioranza c’è stato un acceso dibattito sul tassare o meno gli extraprofitti delle banche. Alla fine si è raggiunta una mediazione con un contributo che sarà anticipato dagli istituti e dalle società assicurative. Un anticipo sulle detrazioni fino al 2027. Non c’è il rischio che poi questi soldi vadano restutuiti?

“Forza Italia, attraverso il vicepremier Antonio Tajani, porta a casa quello che era il risultato che c’eravampo posti all’inizio, cioè quello di non tassare gli extraprofitti. Anche perché sinceramente extraprofitti è una parola che ha poco senso, perché siamo in un Paese liberale. Per questo ritenevamo non corretto tassare ulteriormente gli utili che le aziende fanno. Ci siamo quindi venuti incontro decidendo un sostegno di solidarietà da parte del mondo bancario e del mondo assicurativo, ma con un metodo completamente diverso”.

Giorgetti spiega la manovra: “Sacrifici per le banche, bonus per chi rimanda la pensione” 

“Già dalle prossime ore – continua Pella – partirà un tavolo di confronto per individuare le soluzioni migliori: da ambo le parti la voglia di trovare un punto d’incontro. Su quello che avverrà dopo e se queste risorse dovranno poi essere spostate nel prossimo bilancio triennale non vedo questo rischio: facendo il sindaco da cinque mandati posso dirle che i piani triennali vengono cambiati di anno in anno e quindi credo che il Ministro Giorgetti abbia impostato bene il lavoro anche in prospettiva di come cambierà la situazione dei prossimi anni, quando un taglio dei tassi di interesse potrebbe portare maggiori risorse da mettere a bilancio. Facciamo un passo alla volta, se poi ci sarà da correggere qualcosa lo faremo”.

C’è chi dice che alla fine alle banche potrebbe persino convenire versare il contributo perché hanno un sacco di crediti incapienti del Superbonus gli potrebbe giovare un aumento dell’imponibile fiscale. È così?

“Infatti. E questo testimonia che quando le cose si condividono in un percorso comune tra il governo nazionale e soggetti interessati, in questo caso banche e assicurazioni, si possono trovare quelle soluzioni che possono essere importanti per il bilancio e allo stesso tempo sono accomodanti per tutti. La prova di questo è che in queste ore, con manovra 2025 ancora non definita in maniera definitiva, non c’è stata nessuna protesta da parte dei soggetti interessati. È la dimostrazione che c’è un dialogo, c’è una volontà di condividere un percorso. La stessa cosa sta avvenendo con gli enti locali”.

A proposito degli enti locali. Sono loro che potrebbero subire le ricadute dei tagli lineari previsti per i ministeri, che potrebbero rallentare la realizzazione di opere pubbliche e comprimere i servizi ai cittadini. Voi avete già un’idea di cosa sarà interessato da questi tagli?

“Il ministro Giorgetti ha previsto una serie di tagli che ovviamente dovrà essere condivisa con gli altri ministri per arrivare a scelte condivise, perché ovviamente ogni singolo di castiero conosce perfettamente quelle che sono le dinamiche e quello che il quadro complessivo del proprio lavoro. La scelta di quanto tagliare su questo o quel ministero dipenderà da questo dialogo: magari ci sarà chi taglierà il 4 per cento di spesa e chi il 6 per cento, portando la media a 5 come indicato dal Mef. Questo governo vuole procedere verso una razionalizzazione della spesa e quindi cercare di ottimizzare al meglio quelle che sono entrate in funzione delle spese”.

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E le amministrazioni locali risentiranno di questi tagli?

“Per quanto riguarda il comparto dei comuni, il ministro Giorgetti ha garantito negli incontri avuti con l’Anci, di cui sono al momento presidente facente funzioni (dopo l’elezione di Antonio Decaro al Parlamento Europeo, ndr), che non ci saranno ulteriori tagli di spesa. Vengono anche individuate nuove risorse per coprire le spese per i minori, che sono importanti e creano non poche difficoltà ai comuni, soprattutto a quelli piccoli e piccolissimi. Il governo di centrodestra, contrariamente a quello che hanno fatto altri, mostra la volontà di arrivare sempre a trovare le soluzioni avendo la maggior condivisione con gli attori, in questo caso Regioni e Comuni”.

C’è qualche voce di bilancio su cui voi vi imporrete per evitare tagli e per avere più risorse?

“Come Forza Italia continuiamo a lavorare su quello che ci eravamo prefissati sin dall’inizio, dall’aumento delle pensioni all’abbassamento delle aliquote Irpef. Per noi sono scelte che producono maggior ricchezza e maggiore capacità di spesa da parte dei cittadini e dei pensionati. E quindi un aumento del Pil e delle entrate allo Stato. Le pensioni minime, che già sono state ritoccate nelle precedenti manovre, si avvicineranno ancor di più all’obiettivo che abbiamo fissato, gli ormai famosi mille euro. Dopodiché sappiamo bene che non si possono aumentare le pensioni facendo deficit, per questo lavoreremo per razionalizzare le spese”.

“Le pensioni minime, che già sono state ritoccate nelle precedenti manovre, si avvicineranno ancor di più all’obiettivo che abbiamo fissato, gli ormai famosi mille euro”.


Roberto Pella a Today.it

Però non c’è l’estensione della flat tax. Delusi?

“Non c’è, però voglio ricordare l’anno scorso c’è stato un aumento molto importante. Il governo di centrodestra, nel corso degli ultimi due anni, ha abbattuto le tasse a carico delle persone. Dopodiché voglio sottolineare che fino al 2024 eravamo in un regime economico post Covid, totalmente diverso da quello che ci sarà nei prossimi anni, a partire dal 2025. Tornano le vecchie regole del gioco e vincoli di bilancio molto più rigidi. Il governo sta lavorando bene perché non fa pesare sui cittadini queste nuove regole: si pensi che la Francia ha dovuto mettere una patrimoniale e la Germania sta aumentando di molto le tasse. Poi ognuno fa le sue valutazioni, ma se posso fare una metafora, le partite vanno giocate sul campo: è facile, da casa, dire al giocatore che deve buttare la palla in rete, ma quando sei lì è tutto più complicato. Ecco, noi stiamo vincendo la partita, anche nei confronti di quei Paesi che stanno aumentando le tasse per far quadrare i conti”.

Le opposizioni contestano l’impianto della manovra, dicono che non porta crescita. 

“In politica ognuno racconta la sua versione, quello che gli fa comodo raccontare. Io dico che se lo spread scende, se la borsa italiana continua a salire ed è tra le migliori al mondo, probabilmente c’è chi scommette sull’Italia. Gli investitori vedono il cambo di passo dell’Italia e lo apprezzano. Il centrosinistra dovrebbe leggere anche questo dato, visto che in passato, quando era negativo, lo ha utilizzato per attaccare altri governi”.



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