LONATE POZZOLO – Niente sconto in secondo grado per Orietta Liccati, la Corte d’Appello di Milano ha confermato oggi, venerdì 18 ottobre, la condanna a tre anni pronunciata dal Gup del tribunale di Busto Arsizio con rito abbreviato. Liccati venne coinvolta, nel 2017, nell’inchiesta che portò all’arresto dell’allora sindaco di Lonate Pozzolo Danilo Rivolta.
La Pg aveva chiesto lo sconto
In secondo grado lo stesso sostituto procuratore generale di Milano, pur sostenendo il rigetto del ricorso, aveva limato la richiesta di pena a due anni e 8 mesi. Il che comportava, come aveva già sottolineato l’avvocato Carlo Alberto Cova, difensore di Liccati, l’applicazione della massima estensione delle attenuanti generiche per l’imputata. Richiesta però rigettata nella mattinata di oggi.
Posizione sfumata
Secondo l’accusa gli indagati nel 2017 avrebbero fatto parte di un ampio sistema corruttivo che avrebbe visto Danilo Rivolta ricoprire un ruolo apicale in quanto sindaco. Un sistema che mirava anche a favorire l’attività del fratello dell’ex primo cittadino, Fulvio Rivolta, a sua volta indagato nel 2017, quale titolare dello studio Proget. In realtà la posizione di Liccati appare del tutto sfumata. Tanto da spingere il sostituto Pg a chiedere una riduzione del valore dei sequestri da 13mila a 3.100 euro. E di 3.100 sarebbe la presunta mazzetta che, secondo l’accusa, Liccati avrebbe intascato. Per la difesa, che aveva chiesto l’assoluzione, quel denaro rappresentava invece il legittimo compenso per un lavoro davvero svolto, così come asserito da diversi testimoni. Si attendono ora le motivazioni della sentenza d’Appello. Molto probabile il ricorso in Cassazione.
lonate appello liccati – MALPENSA24
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