Firenze, i cani abbaiano sempre, medico condannato per stalking – #finsubito prestito personale immediato – Richiedi informazioni

Per cinque anni i suoi tre labrador hanno abbaiato senza sosta. Lasciati da soli in giardino, giorno e notte, fino a generare l’esasperazione dei vicini, continuamente infastiditi dal rumore e costretti a stare con le finestre chiuse. Con l’accusa di stalking il padrone dei cani, un chirurgo fiorentino di 61 anni, è stato ora condannato a 1 anno e 8 mesi dal tribunale di Firenze.

È forse il primo caso in Italia in cui la responsabilità penale per atti persecutori viene riconosciuta direttamente al padrone di un animale, poiché non avrebbe impedito la situazione.

Secondo l’accusa e la ricostruzione dei fatti portata avanti dalla procura, con il lavoro svolto dalla pm Christine Von Borries, il medico avrebbe per intere giornate e notti lasciato i labrador nel giardino esterno dell’abitazione mentre lui non c’era.

Nonostante le numerose segnalazioni dei vicini, la situazione sarebbe andata avanti così mese dopo mese: dal 2015 fino al 2020, anno del suo rinvio a giudizio dopo la decisione del gip.

Un vicino di casa in particolare si è a lungo lamentato di non riuscire più a dormire per diverse notti, poiché privato del silenzio. Ha raccontato di essere stato costretto a montare i doppi vetri alle finestre e di non poterle mai aprire neppure in primavera o in estate a causa di un rumore ritenuto insopportabile.

Andava a letto con i tappi nelle orecchie e aveva finito per trasferirsi in un altro appartamento in città per poter riposare almeno alcune notte.

Sua moglie (seguita dall’avvocata Sara Gennai) ha spiegato che aveva difficoltà a lavorare, i figli a concentrarsi nello studio. Una quotidianità, hanno più volte detto, stravolta. E in cui avevano dovuto cambiare le abitudini di vita.

A sostengo della loro tesi hanno portato anche registrazioni audio e video in cui si sentivano a lungo i cani abbaiare.

Il disturbo è stato lamentato anche da altri vicini accanto all’abitazione del dottore.

Le segnalazioni alla polizia municipale e ai carabinieri si sono moltiplicate. Al medico sono arrivate email, telefonate e pure lettere degli avvocati. Ma la situazione è proseguita per cinque anni.

Il dottore si è difeso durante il processo, raccontando una versione diversa rispetto a quella dell’accusa. Ha riferito ad esempio che lui era spesso presente e non lasciava quindi gli animali così spesso da soli.

Il tribunale alla fine, con il giudice Virginia Mazzeo, ha però stabilito una condanna, con sospensione della pena, nei suoi confronti. E ha inoltre disposto un risarcimento da quantificarsi in sede civile.