Il processo verso l’autonomia differenziata è ripreso con un rinnovato impegno da parte del Governo e delle Regioni. Durante la seduta della Commissione speciale “Autonomia e riordino delle autonomie locali”, il sottosegretario con delega all’autonomia, Mauro Piazza, ha fatto il punto sulla trattativa in corso. L’incontro ha fatto seguito alla Legge 86/2024, che delinea le disposizioni per l’attuazione dell’autonomia delle regioni a statuto ordinario. Il confronto è tornato in primo piano con l’incontro del 3 ottobre tra il Ministro Roberto Calderoli e i rappresentanti delle Regioni Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto.
Le richieste della Lombardia: otto materie non LEP
Nel corso del dibattito, la Lombardia ha avanzato richieste specifiche in otto “materie non LEP”, ovvero quelle aree non soggette ai Livelli Essenziali delle Prestazioni. Queste includono settori strategici come il commercio con l’estero, la Protezione civile, i rapporti internazionali, e la gestione delle casse di risparmio e del credito regionale. Queste competenze si aggiungono alle materie già previste dalla pre-intesa del 2018, rappresentando un importante ampliamento delle prerogative regionali.
Malanchini: “Autonomia per ridurre le diseguaglianze territoriali”
Giovanni Malanchini, Presidente della Commissione Autonomia, ha sottolineato che il processo di autonomia differenziata rappresenta un’opportunità per riorganizzare le autonomie locali, migliorare la competitività dei territori e promuovere la coesione sociale. Ha evidenziato come il modello di governance attuale non abbia ridotto le disuguaglianze tra le regioni, ma le abbia anzi aggravate. Per Malanchini, l’autonomia è la chiave per creare un Paese più efficiente, dove i cittadini abbiano maggior controllo e pari accesso ai servizi.
Autonomia differenziata: un processo graduale ma irreversibile
Il percorso verso l’autonomia differenziata, secondo Malanchini, deve essere graduale, nel rispetto dei diritti civili e sociali, ma è ormai tracciato e irreversibile. Le riforme, afferma, sono fondamentali per costruire un futuro migliore per le prossime generazioni, e il referendum del 2017 ha segnato una svolta che oggi si può concretizzare. L’obiettivo finale è un’Italia in cui ogni territorio possa esprimere al meglio il proprio potenziale, in un quadro unitario.
Anche il Presidente del Consiglio Autonomie Locali, Gianni Rossoni, ha espresso pieno appoggio al “metodo” di coordinamento tra Governo e Regioni, ribadendo l’impegno del CAL a partecipare attivamente al processo. Dal canto suo, il Consigliere regionale Gian Mario Fragomeli (PD) ha chiesto di portare il dibattito sull’autonomia differenziata in Aula, evidenziando l’importanza di definire in modo chiaro le funzioni connesse alle “materie non LEP”.
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