La richiesta di pene alternative formulata dagli squalificati di Porta Crucifera è “ammissibile” perché induce “a riflettere proattivamente sui propri errori” per “superare moti irrazionali, faziosi e violenti per il futuro” e infine costituire “un esempio per il gruppo di appartenenza”.
Il gran giurì della Giostra del Saracino spiega così, nel documento notificato ai sette squalificati rossoverdi, la sospensione fino al 30 novembre delle sanzioni per 98 Giostre complessive.
Entro quella data lo stesso organismo di appello della giustizia giostresca valuterà, caso per caso, se accettare (o aumentare) i programmi individuali di sostituzione delle pene che andranno presentati al cancelliere della Giostra entro il 15 novembre.
Il gran giurì guidato dalla giudice Lucia Faltoni (gli altri componenti sono gli avvocati Corrado Brilli e Piero Melani Graverini) individua in due articoli del Regolamento della Giostra, il 44 e il 45, la possibilità di offrire pene alternative alla semplice squalifica. Si parla infatti di “comportamento riparatorio in sostituzione di sanzione”, anche se il testo affida espressamente questa prerogativa alla magistratura e non al gran giurì, parlando di “scuse pubbliche in forma solenne, o altre condotte ritenute a tal fine idonee”. Ma l’articolo 45 indica “l’esito del procedimento disciplinare” come termine per applicare le pene alternative e, secondo l’interpretazione dell’organismo di appello, questo consente di andare oltre l’articolo 52 che vincola invece il gran giurì a “revocare, confermare o determinare una sanzione più grave di quella comminata in primo grado” senza la possibilità di irrogare altre sanzioni.
Un’impostazione già utilizzata tre anni fa dal gran giurì, allora guidato da Giulia Soldini, ma con un cambio nelle “regole d’ingaggio”. Se nel 2021 bastavano 15 ore di servizi sociali per vedersi scontare una Giostra di squalifica, stavolta il menù è più impegnativo: “La conversione di ogni sanzione di una Giostra di squalifica (nel testo si legge erroneamente ‘giorno di squalifica’, ndr) con almeno 15 giorni di attività di pubblica utilità da prestare per almeno quattro ore ogni giorno”, scrive il gran giurì. Quindi 60 ore di servizi sociali per vedersi togliere una singola edizione di squalifica, il quadruplo di tre anni fa.
Federico D’Ascoli
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