PORDENONE – L’economia “non osservata”, cioè quella in nero, continua ad avere cifre significative in Friuli Venezia Giulia, pari a 3,4 miliardi, e tuttavia il fenomeno pare essere in contrazione, se nel 2021 l’evasione si è ridotta di 206 milioni, cioè del 5,7%, una percentuale leggermente superiore alla media nazionale. L’incidenza sul Pil è del 9,6%, sotto la media italiana, quart’ultimo posto tra le regioni italiane.
È il quadro che fornisce lo studio della Cgia di Mestre, ricordando che «l’economia non osservata» è composta da sottodichiarazioni, dal lavoro irregolare e da altre attività non dichiarate. Gli ultimi dati disponibili, riferiti al 2021, dicono che in Italia questa economia è in calo ovunque. Solo in Molise non c’è stata diminuzione. Le contrazioni più importanti hanno riguardato il Lazio con -2,2 miliardi, la Lombardia con -1,9 miliardi, la Campania con -1 miliardo e la Toscana con una riduzione di 943 milioni. Ma dove sono più diffusi evasione, lavoro nero ed economia illegale.
Il metodo
Cgia avverte che la risposta varia a seconda di come siano misurati questi fenomeni, se cioè in valore assoluto o in termini percentuali sul valore aggiunto regionale. Se la valutazione è sul valore assoluto, il fenomeno si concentra nelle regioni settentrionali, dove cioè ci sono più popolazione e ricchezza media.
Con questa lente di osservazione, l’impatto più elevato di economia non osservata si ha in Lombardia con 31,3 miliardi di euro. Segue il Lazio con 20,9 miliardi e la Campania con 18 miliardi. Nell’alto della classifica stanno anche il Veneto, dove il sommerso raggiunge i 15 miliardi e l’Emilia Romagna con 14,8 miliardi.
Il Friuli Venezia Giulia, con i 3,4 miliardi di economia non osservata si colloca al 15° posto tra le regioni. Posizione ancora più bassa, e quindi più virtuosa, se la classifica è fatta tenendo conto della percentuale di incidenza sul valore aggiunto regionale. In questo caso il Friuli Venezia Giulia è quart’ultimo con un «modestissimo» 9,4%, come lo definisce la Cgia. La media nazionale è dell’11,7%.
La legalità
Una percentuale ancora più contenuta rispetto a quella Fvg si ha solo in Trentino (8,9%), in Lombardia (8,4%) e a Bolzano, che registra un 8%. Considerando quindi il fenomeno dal punto di vista dell’incidenza sul Pil regionale, la Lombardia finisce in fondo alla classifica, mentre la Calabria sale in vetta: lì l’economia non osservata impatta per il 19,2 per cento del Pil; in Campania per il 18%; in Puglia per il 17,6%; in Sicilia per il 17,3%; in Sardegna e Molise per il 16,3 per cento. Comunque, “complici” fatturazione elettronica, split payment e reverse charge, l’evasione fiscale è scesa di oltre 82,4 miliardi nel 2021, secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Di questi, 72 miliardi riguardano i mancati introiti di entrate tributarie e 10,4 miliardi di contributi. Rispetto al 2019 la riduzione dell’evasione è stata del 17,8%.
Per proseguire nel contrasto all’economia non osservata e all’evasione, secondo la Cgia «bisogna continuare a diminuire il carico fiscale complessivo e essere inflessibili con chi è completamente sconosciuto al fisco. Altrettanto decisi, poi, con coloro che, sebbene targati, fanno i furbi».
Le regole
Quanto alle misure da mettere in atto per applicare questa inflessibilità, l’ente mestrino mette in guardia da un ulteriore inasprimento della disciplina penale tributaria con intento giustizialista. «Per ridurre l’infedeltà fiscale e allineare l’Italia agli standard dei Paesi europei meno interessati da questo fenomeno è auspicabile mettere a punto in tempi rapidi un fisco meno aggressivo, più semplice, più trasparente e più equo – sostiene la Cgia -, premiando ci produce, chi crea occupazione genera ricchezza e garantendo al contempo un gettito fiscale sufficiente a far funzionare la macchina statale e per aiutare quanti si trovano in difficoltà».
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