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novità e aumenti per le pensioni #finsubito prestito immediato


  • Con la Legge di Bilancio 2025 si prevedono aumenti delle pensioni legati alla rivalutazione dei prezzi al consumo, ma non ci sarà una vera e propria riforma del sistema pensionistico.
  • Verrà approvato un incremento delle pensioni (seppur più contenuto di quello del 2024) alla luce dei dati che l’Istat pubblicherà in merito all’inflazione.
  • Sono confermate Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna anche per il 2025, oltre ad un meccanismo premiale per chi, pur potendo accedere alla pensione, continua a lavorare.

Sulle pensioni non ci sarà alcuna riforma decisiva, con la Legge di Bilancio 2025. Nonostante questo, qualcosa cambierà: anche il prossimo anno verrà messa in campo una rivalutazione degli importi delle pensioni sulla base dell’inflazione. Per conoscere i dettagli è necessario attendere che l’Istat pubblichi i dati ufficiali che riguardano l’indice inflazionistico e la relativa rivalutazione.

Si prospettano degli aumenti contenuti rispetto a quelli visti nel 2024, soprattutto perché l’andamento economico generale attualmente è più favorevole. Secondo il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, le pensioni minime saranno soggette comunque ad una maggiorazione del 2,5% sulla rivalutazione dell’inflazione.

Alcune misure specifiche di pensionamento sono confermate anche per il 2025, come Quota 103, l’Ape sociale e Opzione donna, garantendo l’anticipo pensionistico per determinate categorie di lavoratori. Confermati anche gli incentivi per chi decide di continuare a lavorare pur avendo diritto alla pensione.

Manovra 2025: gli aumenti per le pensioni

Nel 2025 arriveranno degli aumenti sulle pensioni, in base alla rivalutazione annuale portata avanti dall’Istat in riferimento al tasso di inflazione. Questo indice è progressivamente sceso nel corso del 2024, per cui si attendono incrementi più contenuti delle erogazioni pensionistiche per il prossimo anno.

Con la manovra 2025 si conferma la volontà di mantenere inalterata una rivalutazione del 2,7%, già presente quest’anno, per tutte le pensioni che risultano inferiori all’importo minimo stabilito per legge, che è attualmente di 598,61 euro.

Oltre a questo, si attende di conoscere le rivalutazioni stabilite dall’Istat in base all’andamento dell’inflazione, che è in continua discesa. Tale ricalcolo stabilirà quali saranno gli aumenti per tutte le pensioni da applicare il prossimo anno, tenendo conto del costo della vita nel nostro paese.

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Al momento bisogna ancora attendere le dichiarazioni Istat, ma si possono già prevedere a grandi linee le entità degli incrementi. Le ipotesi vedono le pensioni minime aumentate ad un massimo di 625 euro, con incrementi molto contenuti.

L’impatto degli aumenti sulle pensioni

aumenti pensioni 2025

Al momento attuale ancora non si conoscono gli importi effettivi dell’aumento, ma si può ipotizzare che il suo impatto sarà inferiore rispetto a quanto avvenuto nel 2024. Verranno incrementate del totale del tasso di rivalutazione quelle pensioni che non superano 4 volte il trattamento minimo, ovvero inferiori a 2.394,44 euro lordi.

La rivalutazione prosegue al 90% per tutte le pensioni che non superano 5 volte il trattamento minimo, ovvero rientrano nel limite di 2.993,05 euro lordi. Infine la rivalutazione al 75% verrà applicata sugli importi che superano questa cifra.

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Manovra 2025: gli interventi confermati per le pensioni

La Legge di Bilancio 2025 va a confermare anche diverse misure di prepensionamento o accesso a determinate indennità rivolte a categorie più svantaggiate di lavoratori. Vi rientrano quindi l’Ape Sociale, Opzione Donna e Quota 103.

L’Ape Sociale sarà riproposta per tutti i lavoratori che svolgono attività di tipo usurante, secondo le tabelle rinnovate recentemente. Questo anticipo pensionistico è raggiungibile con 63 anni e cinque mesi di età, anche da soggetti disoccupati, caregivers e persone che hanno un’invalidità almeno al 74%. Per accedervi è inoltre confermato il requisito del versamento di contributi per almeno 30 anni.

Opzione Donna invece permette l’accesso alla pensione a 61 anni, con limite abbassato a 60 per chi ha un figlio e 59 per chi ne ha due o più, per coloro che hanno versato contributi per almeno 35 anni. Questa misura, seppur molto contestata, sarà riproposta nel 2025 per tutte le lavoratrici donne che rispettano i requisiti di accesso.

L’ultima opzione di prepensionamento prorogata al prossimo anno è Quota 103: l’accesso in questo caso è garantito a chi ha almeno 62 anni di età e ha versato 41 anni di contributi. Introdotta in modo sperimentale nel 2023 e riconfermata per il 2024, questa soluzione tornerà anche successivamente.

Questo tipo di misura però potrà essere accessibile solamente tramite un ricalcolo contributivo, per cui gli importi potranno essere molto svantaggiosi per chi ha iniziato a lavorare prima del 1995, che invece utilizzava un sistema di conteggio misto.

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Non ci sarà una Quota 41 per tutti, come invece era stato proposto da alcune parti di governo: questa ipotesi prevedeva l’accesso alla pensione dopo aver versato 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età. Per il momento la proposta è stata scartata.

Confermato per il 2025 il Bonus Maroni

Una conferma arrivata con il documento programmatico di bilancio riguarda la presenza nel 2025 di misure specifiche per favorire la permanenza al lavoro nel momento in cui sono raggiunti i requisiti di età per accedere alla pensione.

Si parla del così detto Bonus Maroni, che incentiva coloro che hanno raggiunto l’età per la pensione a proseguire con il proprio impiego. I contribuenti che accettano questa opzione potranno percepire in busta paga un aumento del 9,19%, che corrisponde alla quota di contributi normalmente versata dal lavoratore all’INPS.

Saranno coinvolti coloro che potranno accedere alla pensione in anticipo con 62 anni di età e 41 anni di contributi versati, ma decidono di proseguire con il lavoro.



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