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Bruciò vivo il vicino di casa a Olbia: “Fu legittima difesa, assolvetelo” | News #finsubito richiedi mutuo fino 100%


In Corte d’assise le arringhe dei difensori di Davide Iannelli


Di:
Redazione Sardegna Live

“Iannelli è stato prima provocato, poi attaccato, e si è dovuto difendere. Ha agito per legittima difesa, non è punibile”. Questa la tesi con cui oggi gli avvocati Abele e Cristina Cherchi, difensori di Davide Iannelli, il 49enne accusato di aver ucciso il suo vicino di casa, Toni Cozzolino, bruciato vivo per strada a Olbia l’11 marzo 2022 e morto in ospedale dopo dieci giorni di agonia, hanno chiesto in Corte d’assise di Sassari l’assoluzione per il loro assistito o la riqualificazione del reato da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale.

Nelle scorse udienze il procuratore di Tempio, Gregorio Capasso, e la sostituta, Claudia Manconi, avevano sollecitato la condanna all’ergastolo con l’aggravante della crudeltà. Gli avvocati di parte civile, Giampaolo Murrighile, Antonio Fois e Massimo Perra, si erano battuti per aggiungere anche l’aggravante della premeditazione.

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Per la difesa, invece, non esiste nessuna aggravante, né la crudeltà, né la premeditazione, ma al contrario esistono le attenuanti generiche perché l’imputato sarebbe stato provocato dalla vittima e si sarebbe solo difeso: “Davide Iannelli non aveva premeditato l’omicidio di Cozzolino. La sera prima aveva chiesto l’intervento dei carabinieri perché era stato aggredito con un bastone e si era dovuto rifugiare dentro casa -hanno sostenuto gli avvocati – La mattina dopo c’è stata una colluttazione fra i due e Iannelli ha usato la bottiglia con la benzina per difendersi”.

La Corte, presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, ha aggiornato l’udienza al 5 novembre per le eventuali repliche, cui seguirà la sentenza.





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