Monza. “Non devo, ma voglio!”. Potrebbe essere questo lo slogan del progetto che Apa Confartigianato ha deciso di dedicare alle micro e piccole imprese che vogliono adeguarsi al tema dell’ESG (acronimo di Environmental, Social, Governance), costituito da criteri fondamentali per intraprendere un percorso verso la sostenibilità.
Perché, come sottolineato più volte nel corso del seminario informativo organizzato presso la sede di Monza dell’associazione imprenditoriale degli artigiani nell’ambito della Settimana per l’Energia, se è vero che le normative europee non impongono la rendicontazione ESG alle Pmi, queste ultime per continuare a far parte della propria filiera produttiva e avere credibilità sul mercato, farebbero bene ad adottare sin da subito azioni di cambiamento sul fronte ambientale, sociale e della governance.
I DETTAGLI
Il progetto ideato da Apa Confartigianato per aiutare i propri associati ad affrontare le sfide e le opportunità legate all’integrazione dei principi ambientali, sociali e di governance nelle strategie aziendali prevede la selezione di un gruppo di imprese per l’analisi dello stato di fatto e dei fabbisogni con l’obiettivo di definire un modello di gestione semplificato ESG. Al suo interno ci saranno le azioni da implementare nel breve e medio periodo con l’ottica di predisporre un bilancio di sostenibilità.
“Su questo tema la nostra associazione è a disposizione con personale interno esperto, consulenza tecnica specializzata e tecnici esterni qualificati – spiega Raffaella Vergani, Responsabile del Servizio Ambiente e Sicurezza di Apa Confartigianato Imprese Mi Monza Brianza – un buon ESG scoring per un’impresa può migliorare l’accesso al credito, il valore del brand e la relazione con gli stakeholder“.
“Il cambiamento climatico, la crisi internazionale, i costi dell’energia e la transizione ambientale hanno ricadute significative anche sulle Pmi e le micro imprese – aggiunge Enrico Brambilla, Segretario generale di Apa Confartigianato – vogliamo accompagnare le imprese lungo il percorso della sostenibilità, aspetto oggi inflazionato, con il quale, però, bisogna fare i conti”.
IL FATTORE AMBIENTALE
La strada della rendicontazione di sostenibilità ESG si affronta attraverso diverse fasi. Che, in estrema sintesi. vanno da una maggiore consapevolezza, da parte dell’impresa, della propria situazione di partenza fino alla capacità strutturata di modificare processi e impianti produttivi.
“La decarbonizzazione dei consumi per un’azienda si basa su quattro fattori (la sostenibilità, la qualità, l’efficacia e il risparmio) e si raggiunge attraverso altrettante fasi: la diagnosi energetica, il monitoraggio dell’architettura di sistema, l’intervento che comporta l’investimento di risorse e la verifica con la rendicontazione ed eventuali azioni correttive” sostiene Alessio Cividini, Head of Energy Management di SGR Efficienza Energetica, consorzio di aziende impegnate nella sostenibilità ambientale, nel comfort e risparmi.
“Sul fronte della sostenibilità ambientale ci sono diversi sistemi incentivanti che un’azienda può cogliere per acquistare, ad esempio, pompe di calore, impianti di cogenerazione, il solare fotovoltaico e termico ed un’illuminazione efficiente – continua Cividini – dall’Ecobonus alla Transizione 4.0-5.0, fino ai vari bandi regionali”.
IL SOCIALE
Si pensa che fare impresa sia lontano dagli aspetti umani. Invece il sociale e il terzo settore sono strettamente collegati all’attività produttiva perché, come dice l’imprenditore Alberto Cervi, Presidente Confartigianato Milano Sud e Presidente di Abbracciamoli Onlus durante il seminario organizzato nell’ambito della Settimana per l’Energia, “l’imprenditore è prima di tutto un uomo”.
“Avere una strategia ESG significa investire in società che ottengono un rating elevato nelle scale di valutazione di responsabilità ambientale e sociale – spiega Cervi – il mio consiglio per le aziende, quindi, è di trovare un partner solido nel terzo settore che sia motore di progetti e relazioni perché i criteri ESG guardano anche al modo in cui un’impresa si batte per il bene sociale nel mondo, al di là della sua limitata sfera di competenza”.
LA GOVERNANCE
Nonostante intraprendere il percorso verso un bilancio di sostenibilità non sia facile per una Pmi o una micro impresa, che sono al centro del tessuto imprenditoriale artigiano, nel nostro territorio c’è chi ha già adottato la rendicontazione ESG.
“La mia è un’azienda di famiglia che opera nel campo della refrigerazione per la grande distribuzione e ci siamo dovuti adeguare a cambiamenti ambientali, sociali e della governance – afferma Gianluca De Giovanni, imprenditore e Presidente Impiantisti Apa Confartigianato – man mano, però, stiamo trasformando una necessità in un’opportunità“.
LE PROSPETTIVE
“Per questo, dopo aver superato la prima fase e aver ottenuto un buon scoring ESG iniziale, siamo andati ad agire soprattutto sulla governance – aggiunge – quindi sulla formazione del nostro personale, sul miglioramento dell’organizzazione del lavoro e sull’incremento del benessere interno attraverso l’inserimento di un sistema di welfare per la prima volta nella nostra azienda”.
Il messaggio è quello di “prepararsi ora per essere più competitivi domani nel mondo del lavoro – conclude De Giovanni – perché partire da un costo per generare un’offerta che poi generi un profitto non è così scontato”.
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