Il “contributo d’accesso” ha sfoltito gli escursionisti di giornata? A colpo d’occhio Venezia trabocca. Se indaghi l’Economia del Turismo, come Jan van der Borg all’Università Ca’ Foscari, non credi alle apparenze nè sulla parola. Guardi i numeri.
Il Comune, nell’annunciare il bis della sperimentazione, allunga il calendario: da 29 a 54 giorni fra Aprile e Luglio prossimi. Le cifre dei flussi nelle date del 2024 a confronto con quelle del ’23 senza balzello, non escono. La delibera di Giunta mette nero su bianco che la misura “pare aver influito, con una leggera riduzione, sui flussi di escursionisti veneti“. Manca una soglia di carico quotidiano, oltre la quale il contributo sia talmente caro, da scoraggiare la visita.
L’amministrazione del sindaco Brugnaro ha giocato d’anticipo sull’ispezione UNESCO, che è appena cominciata. Venezia ha scansato due volte la lista nera dei beni a rischio. Preso atto che, più della pressione giornaliera, a stravolgere il tessuto abitativo sono gli alloggi turistici – quasi novemila almeno – il Comune ne lega lo sfruttamento annuale a un patto di buon vicinato. Facoltativo, se non superi i quattro mesi. Niente incentivi affittando a residenti.
Abbiamo intervistato Jan van der Borg, Economia del Turismo, Università Ca’ Foscari, Venezia
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