Modena, 28 ottobre 2024 – A fine campagna per la raccolta delle uve conferite alle cantine, Confcooperative Terre d’Emilia traccia un bilancio soddisfacente per quello che riguarda la produzione del Lambrusco, più incerti i riscontri di mercato. Ad un 2023 che aveva fatto segnare un sensibile calo (la percentuale era a -10,3%, pari a 2,428 milioni di quintali), la vendemmia 2024 ha segnato invece un deciso rialzo della produzione di uva trasformata dalla dozzina di cantine sociali modenesi e reggiane, riunite attorno alla centrale cooperativa, che detengono una quota di mercato del 94%.
Il bilancio finale parla di 2,829 milioni di quintali di uve raccolte, con un incremento del + 16,5% rispetto al 2023 e una quantità superiore del 5,1% rispetto alla media degli ultimi dieci anni. L’aumento della produzione per i Lambruschi, principale produzione modenese, evidenzia che il raccolto è risultato superiore al 2023 per 177mila quintali (complessivamente 1,577 milioni di quintali contro 1,4 milioni, con un +12,6%). In crescita anche le uve bianche, le prime giunte a maturazione, con una produzione pari a 213mila quintali.
“All’incremento della quantità – fanno sapere da Confcooperative – si è associata anche una buona qualità delle uve, con un grado zuccherino medio pari a 16,63. Livelli produttivi e qualità sono risultati più che soddisfacenti, ma ora – aggiungono – sono attesi quei riscontri di mercato che negli ultimi anni sono stati del tutto inadeguati rispetto al lavoro e agli investimenti dei viticoltori, con quotazioni medie che in diversi casi non hanno consentito di coprire i costi di produzione”. A questo proposito un segnale che induce a un cauto ottimismo – si apprende – è la modesta quantità di giacenze di vino presente nelle cantine a chiusura della campagna 2023-24, come non accadeva da almeno dieci anni. Questi risultati hanno indotto un cambio strutturale dei vigneti modenesi e reggiani.
“In presenza di una modesta crescita delle superfici a vigneto nelle province di Modena e Reggio Emilia (700 ettari in più su oltre 17mila dal 2021 a oggi), – spiega Confcooperative Terre d’Emilia – le superfici con vitigni di Lambrusco si sono leggermente ridotte (da 9.500 a 9.400 ettari), mentre sono aumentate del 7,6% quelle del Pignoletto a Modena. Questi riassetti appaiono ancor più evidenti se si considera la produzione di uve dal 2018 a oggi, che ha visto passare dal 65 al 56% l’incidenza dei Lambruschi e dal 28 al 37% quella dell’Ancellotta, con la quota delle uve bianche ferma all’8%”. Per i viticultori l’evoluzione non è bastata ad assicurare una lineare crescita dei redditi e la richiesta di Confcooperative è “di interventi pubblici di sostegno al settore”.
Sarà interessante scoprire quali saranno i canali favoriti per la vendita dei lambruschi: la prima parte del 2023 per esepio, aveva segnato un lieve rallentamento delle vendite di Lambrusco nella Grande Distribuzione: una situazione da leggere in un contesto di complessiva diminuzione delle vendite di vino in questo canale.
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