«Ma a voi cosa piace fare?», chiede l’ex studente del Righi salito in cattedra. Lo ascoltano in aula magna le due quinte del liceo, le classi G (scientifico) e K (linguistico). Fino al 2010 c’era lui sui banchi. Rappresentante di istituto, un’amicizia solida col compagno della terza H con cui fantasticare sul futuro. Le chiama sliding doors, Alessandro Cillario, che oggi ha 32 anni e una startup high tech, la Cubbit, nata grazie a fondi europei, e di cui fanno parte una sessantina di persone, compreso il socio di sempre conosciuto al Righi, Stefano Onofri, quello della sezione H. «Che passioni avete?», ripete Cillario. A 18 e 19 anni non è facile rispondere. Solo quattro, su una cinquantina, dicono che hanno già scelto, studieranno Medicina.
C’è in ballo il futuro. Diventare grandi. Allora ascoltare le testimonianze di chi ci è già passato e ha realizzato sogni e passioni sentendosi parte di una comunità più ampia, l’Europa, ha un senso. Anche se sembra che parli di mondi lontani, come può apparire lontana l’Europa a chi è appena diventato maggiorenne. «Sapete cosa sono le politiche di coesione?», incalza Mauro De Filippo, che, per conto della Regione Emilia-Romagna, si occupa della gestione del fondo sociale europeo.
Il progetto “Europa, Italia” realizzato da Repubblica con la Fondazione Brodolini, ha proprio l’obiettivo di informare i giovani studenti italiani sulle politiche di coesione dell’Ue. Significa orientarsi, capire che là fuori, spiega De Filippo, «c’è un ecosistema che facilita i processi verso l’imprenditoria, che crea un ambiente fertile e dinamico per il nostro tessuto economico e che lavora per fare emergere le idee innovative più interessanti».
Bandi, risorse, finanziamenti, opportunità, ecco quel che l’Europa può fare per voi, aggiungono Alessandro Giombetti, laureato in Statistica, e Amarjot Singh, informatico, cofondatori della startup Bonobo che realizza servizi digitali attorno al mondo del padel. Giovani innovatori. E imprenditori.
Bonobo e Cubbit, che si occupa di “cloud” e dunque anche della protezione dei dati personali, oggi veleggiano, ma la strada è sempre piena di insidie. Ci sono cadute, errori, ma nulla va buttato. «Fate tante cose anche contemporaneamente, fallite, sbagliate, guardatevi attorno, accendete lampadine, nulla è da buttare, perseguite attitudini e passioni», dice Giombetti.
Che sia giocare a scacchi o realizzare un podcast non ha importanza. «Per un bando europeo che vinci – prosegue Cillario – ce ne sono altri che si perdono, ma i bandi aiutano ad allargare il network. Se si fallisce? Si cambia direzione, si riprova». Le domande arrivano. «Come avete fatto a convincere qualcuno a darvi soldi per iniziare?» chiedono. «Di cloud nel 2016 nessuno sapeva nulla, era difficile raccogliere fondi», spiega Cillario, laureato in Giurisprudenza. Allora ci sono la famiglia, gli amici, insomma chi ti dà fiducia. Poi i finanziamenti della Regione Emilia-Romagna. Ecco il salto, un bando europeo del peso di 2 milioni di euro «che ci ha consentito di sviluppare l’azienda per un sacco di tempo».
Ma se facciamo gli imprenditori che ne è del nostro tempo libero, azzarda uno studente? «La burocrazia in Italia è un disastro, ma in Emilia-Romagna c’è un ottimo sistema di supporto per chi inizia una nuova attività», dicono quelli di Bonobo. Innovazione, tecnologia, futuro, Europa, non ci devono essere muri, auspica Cillario. Il segreto? «Masticate più esperienze possibili».
Il progetto Europa, Italia è realizzato con il contributo della Commissione Europea. Dei contenuti editoriali sono ideatori e responsabili gli autori degli articoli. La Commissione non può essere ritenuta responsabile per qualsivoglia uso fatto delle informazioni e opinioni riportate.
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