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Pasqualino Vuolo e i ristori Covid #finsubito prestito immediato


Nuovi sviluppi nell’inchiesta denominata “Garanzia” e in quella relativa ai ristori Covid. Due procedimenti in cui è emerso come protagonista Pasqualino Vuolo. Il Tribunale ha accolto la richiesta dei suoi difensori, gli avvocati Alberto Biancardo Vincenzo Di Vaio, convertendo la misura cautelare dagli arresti domiciliari all’obbligo di dimora. Si è trattato di un risultato rilevante per i legali dell’imputato che, nella giornata di ieri, hanno ottenuto un primo successo e, oggi, hanno visto accolta anche una seconda istanza.

L’indagine sulla presunta truffa sui ristori Covid

I finanzieri del Comando Provinciale di Avellino eseguirono un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali disposta dal G.I.P. del Tribunale di Avellino nei confronti di quattro persone, tra cui due professionisti e due con ruoli di “prestanome”. Contestualmente, è stata eseguita una misura ablativa reale con il sequestro preventivo di beni per un ammontare complessivo di €1.190.968,00, in relazione ai reati di truffa continuata a danno di un ente pubblico e autoriciclaggio. Il provvedimento restrittivo ha rappresentato l’epilogo di articolate investigazioni condotte dal Gruppo di Avellino della Guardia di Finanza, nell’ambito delle quali erano stati acquisiti gravi indizi nei confronti dei due professionisti irpini. Questi, avvalendosi di quattro società e di due “prestanome” compiacenti, nel 2021 avevano indebitamente beneficiato delle misure di sostegno economico destinate ai soggetti colpiti dall’emergenza Covid-19.

Tali misure, previste dai Decreti Legge 41/2021 (c.d. “Decreto Sostegni”) e 73/2021 (c.d. “Decreto Sostegni-bis”), avevano permesso all’Agenzia delle Entrate di erogare direttamente agli operatori economici che ne facessero richiesta contributi a fondo perduto, determinati applicando una percentuale sulla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2020 rispetto al 2019. Le indagini, dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica, avevano portato a ritenere che i due professionisti avessero messo in atto un complesso sistema di frode per ottenere il beneficio attraverso la presentazione, da parte delle società coinvolte, di istanze contenenti false dichiarazioni di calo del fatturato medio mensile tra il 2019 e il 2020. Questo aveva consentito loro di percepire illecitamente contributi per un totale di €1.190.968,00.

Gli accertamenti hanno inoltre rilevato che le società coinvolte avevano presentato dichiarazioni integrative ai fini IVA e delle imposte dirette, rettificando le precedenti dichiarazioni fiscali per il 2019 e 2020, nelle quali venivano riportati dati non veritieri. Ogni società dichiarava un volume d’affari di circa 9 milioni di euro, al solo fine di dimostrare artificialmente una flessione del fatturato di circa 750.000 euro tra il 2019 e il 2020. Durante i controlli della Guardia di Finanza non è stata acquisita documentazione fiscale, amministrativa o contabile che giustificasse i dati indicati nelle dichiarazioni integrative.

L’inchiesta denominata “Garanzia”

Le indagini, condotte dal Gruppo Avellino della Guardia di Finanza, erano scaturite da una segnalazione di operazioni sospette (SOS) dell’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia. Il Fondo di Garanzia, previsto dalla ex legge 662/1996 e pari a circa due milioni e centomila euro, era destinato all’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature per la realizzazione di quindici presidi medici destinati a clienti aziendali. Sebbene il finanziamento fosse stato approvato nel gennaio 2023, le verifiche delle Fiamme Gialle hanno rivelato l’assenza di giustificazioni valide e di riscontri materiali per le opere previste, obbligatorie per l’erogazione dei fondi.

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Gli inquirenti hanno ricostruito come i fondi fossero stati trasferiti tramite varie operazioni bancarie a più soggetti, tutti indagati insieme a Vuolo. Bonifici e prelievi in contanti erano stati effettuati per disperdere i fondi ottenuti dal Fondo di Garanzia, per un totale di circa €2.068.000. Tra le operazioni sospette, €575.000 erano stati utilizzati per l’acquisto di un immobile da parte di familiari di Vuolo tramite tre assegni versati dopo un bonifico dalla Lavoro & Sicurezza Srls, nel gennaio 2023, giustificati come quote per i soci dopo un’assemblea. Altri €200.000 erano stati destinati a un’altra familiare per consulenze, tramite bonifici a partire da marzo 2023. Nel maggio 2023, €20.000 erano stati versati a un collaboratore per una fattura.

Parte dei fondi, pari a €115.000, era stata spesa per l’acquisto di una BMW, una Mini Cooper, due Rolex e una barca. Infine, circa €140.000 erano stati usati per l’acquisto di arredi, lavori di ristrutturazione e per finanziare una vacanza all’estero.



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